Giulia, il panorama dopo la strada
Ciao a tutti sono Giulia e sono qui per raccontarvi la mia esperienza con il corsetto.
Io e la mia famiglia ci siamo accorti del problema quando avevo 12 anni circa, da lì abbiamo iniziato a rivolgerci a diversi medici. Avevo una doppia curva, quella più accentuata era di 32 gradi così all’età di 13 anni mi hanno prescritto un corsetto. Per me è stato un trauma, come penso lo sia per chiunque, inizialmente dovevo tenerlo 23 ore al giorno, in più la ginnastica correttiva.
Non lo tenni mai per le ore prescritte dal dottore, passando gli anni e crescendo le ore diminuivano da 23 a 18 a 15 a 12 fino ad arrivare a 9 ore, per cui solo la notte.
Ammetto che per me è sempre stato un problema indossarlo, non tanto per il fastidio, che a quello mi ero abituata, quanto per una questione psicologica tutta mia: a scuola non lo tenevo, quando uscivo con gli amici non lo tenevo, insomma lo tenevo solamente a casa. Questo ha complicato la situazione e me l’ha fatta vivere ancora peggio.
Mi chiedevo ogni giorno “perchè proprio a me”, mi chiedevo se un giorno tutto questo sarebbe finito nel bene o nel male. Desideravo che finisse.
Non mi sono mai impegnata come dovevo: ho indossato il corsetto quando bisognava tenerlo 9/12 ore, ma la ginnastica non la facevo mai in modo costante.
Ora la mia curva è ancora li, ma è stabile. Per me è finito tutto da poco.
Adesso ho 18 anni, questi 5 anni di esperienza mi hanno segnato l’adolescenza, ma mi hanno fatto crescere.
Ammetto che è stato un lungo percorso, che non auguro a nessuno, un percorso lungo e faticoso: difficile da affrontare, difficile farsi forza.
Mi rendo conto che avrei potuto ottenere risultati migliori, se solo mi fossi impegnata un po’ di più.
Un po’ come quando prendi un 5,5 a scuola: pensi “se solo avessi studiato quella pagina meglio ora avrei un 6”. Si, un po’ così. Solo che non avevi voglia di studiarla quella pagina, eri stanca e demotivata per impegnarti e, ti dicevi “ma sì non sarà così importante”. E invece è quella che ha determinato quel 6, quel 6 che magari ti avrebbe fatto passare l’estate senza ansia, quel 6 che ti avrebbe salvato un anno intero. Quel 6 che nonostante tutto, anche se minimamente, era importante. Insomma se mi fossi impegnata di più ora io e chi mi sta intorno saremmo più soddisfatti, ma sono felice lo stesso.
Sono felice perchè mi ritengo forte, rispetto le mie capacità, per aver affrontato tutto questo, sono felice per i miei genitori e le persone che mi vogliono bene, mi sono state vicine e mi hanno accompagnato fino alla fine. Sono felice per averlo fatto, non perché è finito ma per quello che mi hanno insegnato: nella vita c’é di peggio di una delusione d’amore, mi hanno insegnato che in ogni momento bisogna essere forte.
Se tornassi indietro? Beh, se tornassi indietro lo rifarei, in modo migliore, si lo rifarei, perchè ora mi piaccio, prima no, mi piaccio dentro e fuori. (Strano dirlo, quando ero dentro a questa situazione non dicevo così).
Vi dò un consiglio, che è una mia riflessione dopo questa avventura.
Alla fine di quella strada faticosa che sembra infinita c’è sempre un panorama da ammirare e, quanto bello sia, lo determini tu, lo determina l’impegno che ci hai messo nell’affrontarla.
Giulia
Commenti
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Il 04/08/2014 alle 14:47
cara giulia sei stata brava!!!! io sono mamma di una ragazzina di 14 anni che all inizio lo sforzesco nn l ha accettato messo meno ore di te ma pian piano ce l ha fatta …. ora a distanza di 3 mesi nn ne vuole piu sapere di metterlo, ha una scoliosi grave e nn rimane altro che l intervento sono disperata vorrei tanto che persone come te le parlassero ma si e chiusa in sec anche con me che era tanto cara e socievole ora niente di tt questo…. questa esperienza l ha a dir poco spenta nn so piu che fare e che dire ! ciao giulia brava ancora e scusa lo sfogo elena mamma di gaia