Prosegue l’approfondimento sulla postura ideale
(… seconda parte)
Una delle cose fondamentali che divide chi si occupa di postura è la questione della “postura ideale”. Per alcuni, questa postura ideale è descrivibile in maniera assolutamente precisa e viene ricercata sistematicamente, come obiettivo del trattamento. Per altri, la postura è legata in maniera indissolubile alla conformazione personale e all’adattamento. Inutile, quindi, tentare di modificarla pensando che poi questo venga mantenuto definitivamente: si devono invece creare dei meccanismi che tendano a ricrearla costantemente nel modo migliore.
Per questo motivo, nei metodi di trattamento squisitamente “posturali” l’obiettivo che ci si pone è quello di rincorrere questa postura ideale e cercare di crearla definitivamente. Intendiamoci, i terapisti intelligenti sanno bene che la postura perfetta è un’utopia. Però cercano, in ogni caso, di avvicinarsi con gli esercizi “perfetti” il più possibile a questo modello che qualcuno ha descritto nel dettaglio.
Cosa fanno invece gli altri?
Loro pensano alla postura perfetta come a qualcosa che può essere “perfetto” solo in quel momento. Quindi, immaginano che quelli che non hanno problemi, in realtà non hanno una postura perfetta ma grandi capacità di adattarsi “perfettamente” (o almeno al meglio…) alle innumerevoli e sempre diverse circostanze.
Torniamo allora, alla questione di fondo, che è il trattamento della scoliosi.
I colleghi che vedono nella questione della postura il succo del problema cercano di modificare questo elemento, perché pensano che la causa della patologia sia proprio legata allo scostamento dalla postura ideale e quindi, per combattere la patologia, cercano di avvicinarsi alla postura ideale nella maniera il più possibile definitiva.
Gli altri (tra cui mi inserisco) cosa fanno?
Nel periodo cruciale, cioè quello in cui lo scheletro sta crescendo e la cui forma si sta definendo, cercano con insistenza di educare al conseguimento continuo di una posizione più simmetrica e di maggior riallineamento.
Come? “Obbligando” a tenerla artificialmente (con i corsetti, nelle situazioni più a rischio) e/o cercando di insegnare a ricercarla il più spesso possibile, e ad allenare la sua ricerca riflessa (automatica) con gli esercizi specifici, per ridurre al massimo le sollecitazioni eccessive su alcune parti del corpo disallineato.
Questa differenza fondamentalmente parte da due conoscenze scientifiche acquisite dalla comunità internazionale (ma non da alcune scuole “posturali”):
1. la scoliosi non è dovuta alla postura (che è ne è solo un fattore aggravante) ma ad una molteplicità di cause
2. la postura si modifica attraverso un processo di miglioramento delle strutture che costantemente la riconducono verso una posizione migliore (prima di tutto neurologiche di controllo, e poi anche muscoli e articolazioni e fasce) e non lavorando solo su questi ultimi
La conseguenze terapeutiche della postura “ideale”
Alla fine da una lettura dei due post precedenti non supportata da particolari conoscenze delle tecniche di cui abbiamo parlato, qualcuno potrebbe dire:
– E allora? Alla fine sempre di posture parliamo. C’è chi cerca la postura perfetta da riguadagnare e c’è che si “accontenta” di raddrizzare e mantenere dritto qualcosa che non lo è più, anzi dice che permette di ritrovare automaticamente questa condizione nel corso dei movimenti … –
Sembra così. ma in realtà la differenza tra questi due mondi è enorme, per certi aspetti incolmabile.
E vige in una grossa dicotomia di fondo.
Da una parte c’è un gruppo che ammette, insieme a tutta la comunità scientifica internazionale, di non essere ancora a conoscenza della causa della scoliosi e si sforza di ridurre il più possibile i danni della patologia, mentre dall’altra parte c’è chi la causa è convinto di conoscerla e cerca di annullarla con personali trattamenti.
– E’ un problema grave?- verrebbe da dire.
– Abbastanza – verrebbe da rispondere.
Il punto dolente è che questi colleghi, l’ipotetica causa non l’hanno mai lontanamente dimostrata. Ma, ancora peggio, è che, al contrario di altri, questi tipi di trattamento non si è mai potuto sapere se veramente funzionano.
In definitiva, nella diatriba “ideologica”, se un giorno venisse dimostrato che la causa della scoliosi è veramente quella evocata dalle scuole “posturali”, allora semplicemente sarebbero stati degli antesignani rispetto alla comunità scientifica internazionale ancorata a concetti antichi e desueti (onestamente, abbiamo dei forti dubbi, visto che sono passati per tutte queste scuole oltre 30-40 anni di applicazioni senza dimostrazioni alcune – ma onestà intellettuale vuole che si consideri anche questa ipotesi). Rimane però il fatto che, come in economia conta “l’ultima cifra in basso a destra” del consuntivo di un bilancio, che dice se l’azienda (o lo Stato, o una famiglia) sta guadagnando o sta perdendo, anche in medicina conta il risultato finale: i pazienti stanno meglio o stanno peggio ? Sapendo che i casi individuali non contano (perchè le eccezioni sono la norma in medicina, e perchè a volte si migliora anche senza fare nulla – raro ma possibile anche nel campo della scoliosi “lieve”, quella che si cura con la sola “rieducazione posturale”, per intenderci), quello che conta sono i risultati statistici PUBBLICATI. E qui purtroppo non c’è dubbio tra quale “scuola di pensiero” li abbia e quale no.
Commenti
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Il 06/12/2013 alle 12:20
Simplesmente, Bravo!!