Perché non usiamo più il corsetto di Milwaukee
Dopo gli ultimi interventi nel blog, dopo una recente risposta assolutamente corretta e condivisibile del Dott. Zaina, mi sento in dovere di dire qualcosa di ben argomentato sul corsetto di Milwaukee per esprimere la posizione di Isico.
Intanto, nel titolo avrei dovuto aggiungere un “quasi” (ossia: “Perché non usiamo quasi più il corsetto di Milwaukee”), ma volutamente sono stato provocatorio: il quasi ci andrebbe perché in medicina (come nella vita) non esistono mai certezze assolute, ed uno strumento terapeutico non è mai abbandonato completamente. Certo, nella mia ormai lunga vita professionale, in oltre 20 anni che seguo le scoliosi, dopo aver curato quasi 20.000 ragazzi, posso tranquillamente dire che i Milwaukee che ho prescritto stanno abbondantemente nelle dita di una mano. E non ne sento la mancanza.
Ho imparato questo dal mio maestro, Paolo Sibilla, quindi non è cosa mia. Ma, avendo personalmente visitato metà dei suoi pazienti, ne ho trovato solo uno, un bambino piccolo con una curva congenita cervico-dorsale, in terapia con il Milwaukee. Tutti gli altri casi di scoliosi infantili (la classica indicazione del Milwaukee) erano curati con corsetti bassi. Ma anche gli altri casi di curve cervico-dorsali erano curati con corsetti bassi e vari artifici (cinturini cervicali od alle spalle) che evitassero il fatidico collare, così pesante dal punto di vista psicologico.
Dopo Sibilla mi sono impegnato a creare altre alternative, con degli emicollari a spinta, con configurazioni diverse a livello delle spalle, con esercizi, pur di evitare il collare. Perché? Tre motivi fondamentali:
- Ci sono prove scientifiche che il Milwaukee provoca danni psicologici più degli altri corsetti. Negli anni io li ho visti, purtroppo, questi danni. Chi ha “subito” un Milwaukee ha tratti particolari: non posso sapere se è colpa del corsetto o se chi ha portato il corsetto aveva già certe caratteristiche di passività, e quindi lo ha accettato, mentre gli altri hanno mandato tutti a quel paese abbandonando la terapia. Ho l’impressione che le due cose si combinino insieme, ma di ragazzi “segnati” dal Milwaukee ne ho visti tanti. Ovvio che questo non basta per non prescrivere uno strumento terapeutico, se è obbligatorio usare proprio quello. Ma è altrettanto ovvio che, se appena appena ci sono delle alternative, vanno sistematicamente ricercate ed adottate.
- E’ ormai dimostrato che il corsetto funziona se rispetta due requisiti: corregge dal punto di vista meccanico; viene portato. Il problema del Milwaukee è proprio questo: che non viene portato. I ragazzi di oggi sono certamente diversi da quelli di ieri, così come lo sono i genitori di oggi rispetto a quelli di ieri. E’ impensabile oggi che un genitore dica “lo fai, e basta”, così come è impensabile che un ragazzo faccia qualcosa solo perché lo ha detto il genitore; altrettanto è impensabile che una famiglia faccia una terapia solo perché lo ha detto il medico, se il medico non motiva e spiega bene. I tempi sono cambiati (per fortuna, dico io): oggi fare e proporre questa terapia è ancora più difficile di quanto già lo fosse ieri. E un corsetto non portato, o portato “a dosi omeopatiche” (ossia troppo poco) non serve a nulla. Questa è una motivazione assoluta per ricercare alternative.
- Ci sono infine delle profonde motivazioni teoriche biomeccaniche. Il corsetto di Milwaukee appiattisce totalmente la cifosi dorsale (la curva a concavità in avanti che tutti abbiamo – e dobbiamo avere per star bene) e, per come viene classicamente costruito, provoca anche una cifosi lombare (ossia inverte la lordosi lombare, quella curva a concavità posteriore che abbiamo nel tratto basso della schiena; anche questo facilita la comparsa del dolore con il passare degli anni, oltre ad essere del tutto antiestetico, in quanto “fa sparire” il sedere, che si appiattisce inguaribilmente). Questo avviene perché il Milwaukee purtroppo facilita una delle evoluzioni patologiche della scoliosi, verso la lordosi dorsale e la cifosi lombare, ossia verso una inversione delle curve fisiologiche della colonna vista di profilo. Ho visto negli anni tante ragazze che di profilo erano purtroppo ormai “fatte al contrario” per colpa del Milwaukee, e non c’è a quel punto più verso di riportarle indietro. Devo dire che molte delle loro scoliosi erano state ottimamente controllate, viste in radiografia. Ma io pensavo al loro futuro e mi chiedevo se valeva la pena aver curato una scoliosi per poi trovarsi una schiena che comunque in età adulta non funziona e predispone ai dolori. La mia risposta è stata “no, non ne vale la pena”: secondo me è meglio ottenere qualcosa di meno sulla scoliosi (ammesso e non concesso che sia vero: nel senso che con i corsetti bassi otteniamo almeno quello che ottiene il Milwaukee) ma avere una schiena che funziona meglio in età adulta, piuttosto che avere risultati (non migliori di quello con corsetti ascellari), ma al prezzo di una schiena che non funziona. In fondo, curiamo la scoliosi per se stessa, o perché vogliamo una schiena adulta che stia bene?
Ma c’è un’altra domanda a cui dobbiamo doverosamente rispondere: cosa possiamo perdere a non usare questo strumento terapeutico?
- Curve gravi: qui proprio non ci sono problemi. Da sempre le curve gravi sono state curate con i gessi prima che con il corsetto, ed al limite si faceva un gesso alto per le curve veramente molto alte (vedi punto successivo). Oggi abbiamo “pensionato” anche il gesso (come il Milwaukee) perché abbiamo un corsetto almeno altrettanto efficace (se non di più, perché più progressivo ed in grado quindi di continuare a correggere nel tempo, mentre il gesso aveva la sua efficacia in pochi mesi e poi bisognava limitare la perdita di correzione…), lo Sforzesco: quindi comunque questo corsetto trova indicazione nelle curve gravi più del Milwaukee.
- Curve alte (cervico-dorsali e dorsali alte): le considerazioni che si possono fare sono molteplici. Cominciamo con le curve dorsali che hanno la “vertebra limitante superiore” a D6 (6a vertebra toracica) o sopra (perché sino a quel punto problemi con i corsetti bassi proprio non ce ne sono): con accorgimenti particolari sul corsetto basso (ascellare), che purtroppo lo rendono un po’ meno tollerabile, si può arrivare a correggere una limitante sino a D4 ed a volte a D3. Più in alto ovviamente non si arriva. Se la curva si prolunga, allora bisogna scegliere: o trascurare la curva (ma solo se è minore), o cercare di ottenere una correzione attraverso il riflesso di raddrizzamento della testa sbilanciando la curva alla base (se la curva non è troppo rigida), o intervenire con emicollari da usare solo in casa. Se tutto questo non funziona, si discute con il paziente e con i genitori, si valutano pro e contro, e si decide di mettere un Milwaukee, oppure di lasciare la curva prossimale a se stessa. In questo senso, una curva prossimale alta trascurata può dare: asimmetria delle spalle (problema estetico), asimmetria di partenza del collo (possibili futuri dolori cervicali) ma molto raramente evolve in età adulta sino a provocare gravi problemi. Ed in ogni caso la decisione presa in una visita viene rivalutata nel tempo, per capire se è il caso di cambiare strada o meno. Solo quindi in una curva cervico-dorsale, con una “vertebra apicale” (e non una limitante superiore, come il caso riportato all’inizio) al di sopra di D5, questi problemi si pongono con forza e si può anche decidere di mettere un corsetto di Milwaukee. Quasi mai lo abbiamo fatto, e disastri non ne abbiamo visti (ovviamente in curve che non fossero già oltre i 45-50 gradi quando abbiamo cominciato a curarle, quindi già da intervento chirurgico in partenza…)
- Curve infantili: qui non perdiamo proprio nulla. Il timore sempre riportato dai vari autori è che l’uso del corsetto basso possa creare dei “toraci tubolari”, ossia lunghi e stretti, perché essendo più costrittivo impedisce al torace di espandersi come consente invece il Milwaukee. Può darsi, ma devo dire che nella mia ormai lunga esperienza anche con i bambini piccoli (nei quali oltretutto non si può fare la ginnastica perché non sono ancora in grado di farla in un modo adeguato per cui lo sforzo valga veramente la pena) è sufficiente cambiare spesso il corsetto, più spesso che negli adolescenti perché crescono a ritmo superiore, e danni non se ne fanno proprio.
Ma allora, perché ancora in tanti lo prescrivono? Le risposte sono molte e vanno dalla convinzione personale (qualcuno fa delle vere e proprie “guerre” sull’uso del Milwaukee, portando anche dei lavori “pseudo-scientifici” a favore della propria tesi, che però sono metodologicamente scorretti e quindi i risultati sono inattendibili), all’abitudine (che è dura a morire). Di certo, come ho già detto, le correzioni con il Milwaukee della sola scoliosi sono ottime, e se ci si concentra solo su quelle, allora non c’è motivo di cambiare. Ma se si guarda alla testa ed alla psiche oltre che alla schiena, se si pensa alla funzione futura della colonna e non solo alla sua anatomia, se concretamente si punta a far portare il corsetto e non solo a prescriverlo, allora i motivi per abbandonare il Milwaukee (secondo noi) sono di gran lunga superiori a quello di continuare a prescriverlo. Stando sempre attenti a non far danni. E con la coscienza che questa nostra posizione come Isico non è necessariamente la scelta di tutti. Ed anche consapevoli che un Milwaukee fatto e messo bene è infinitamente più efficace di un corsetto basso fatto e messo male (come purtroppo succede troppo spesso).
Commenti
Commento di roby64
Il 06/04/2010 alle 09:31 Grazie a lei per la risposta ed un grosso forza!!! A ragazzi e |
Commento di NICOLA
Il 15/04/2010 alle 16:59 PER MANUELA |
Commento di biba
Il 14/09/2010 alle 16:59 Si dottore continuero’ a curarmi ovviamente e seguiro’ il suo consiglio!! Grazie |
Commento di andrea
Il 13/04/2011 alle 19:27 Io ho una cifosi di 68° e ho 16 anni quasi 17, io però il corsetto Milwaukee non lo voglio mettere come posso fare?? Rispondete grazie. |
Commento di Stefano Negrini
Il 06/06/2011 alle 12:54 Gentile signora, |
Commento di Elena Onofri
Il 13/08/2011 alle 19:01 Salve dottore, sono capitata in questo sito perchè cercavo spiegazioni..Se ce ne sono.. Al mio problema. Io sono una dei tanti (ma tanti! non credevo…) che hanno portato il “busto”, come lo chiamavo io. Dicevano che mi ero alzata nel giro di poco tempo e la schiena non ha seguito lo sviluppo come avrebbe dovuto..Ci voleva il busto.! Dai 14 ai 17 anni 24h su 24 e il nuoto. Ligia e abituata ad ascoltare sempre i miei, l’ho portato senza tante storie. Lo diceva il dottore. Non me ne importava più di tanto, facevo tutto col busto: ginnastica a scuola (avevo 9!), uscivo la sera( avevo imparato a mascherarlo), andavo allo stadio ( una volta una poliziotta nel perquisirmi mi ha intimato di non lanciarlo in campo.. Si immagina??), ho pure scalato le dolomiti pur di fare quello che facevano gli altri che dopo un pò non ci facevano più caso. ..Il dottore del Rizzoli riceveva a Ravenna ed era un tipo scontroso di pochissime e affilate parole e che teneva in soggezione mia mamma e me con uno sguardo..Ma che bisogno c’era??!! Il più insopportabile era il tizio che realizzava il busto sentivamo qualcosa di viscido e poco chiaro in lui …Va beh..Fatto sta che l’ho portato davvero e per la scoliosi è servito l’ha fermata… Almeno subito dopo che l’ho tolto. Ora non so.. Adesso il problema qual è? E’ che ho appena compiuto 30 anni e certe sere faccio fatica ad addormentarmi per il fastidio, non proprio dolore dai, alla parte lombare che passa solo se mi metto nell’esatta posizione che tenevo col busto quando dormivo ben 15 anni fa. Per non parlare che esteticamente sono dritta da sotto il seno alle anche poi da lì c’è un vero e proprio scalino. Sono geometrica. Sembro un po’ un pezzo del Tetris ecco.. E quando respiro mi sembra di avere un’espansione della cassa toracica limitata, dopo un tot non arrivo proprio quel pò che mi permetteva il busto poi stop. Ma non mi preoccupa tanto questo ma un fatto ben più grave che ho scoperto dopo l’ultima visita ginecologica. Per farla breve, ho una malformazione al pube per cui l’osso è ripiegato in dentro ad uncino e mi provoca dolore insopportabile alla penetrazione e quindi mi preclude i rapporti sessuali. La ginecologa, esterrefatta perchè non aveva mai visto una cosa simile, ha effettivamente rilevato che non ho praticamente il Monte di Venere. Sono piatta. E questo cosa c’entra col busto? Beh parlando è venuto fuori che io ho portato il busto e che questo non terminava sull’addome come quello delle mie amiche (ebbene sì 3 amiche tutte col busto..Madonna…ma io l’ ho portato full time e d ero l’unica che aveva l’apertura sul retro e dovevo sempre trovare qualcuno che mi ingabbiasse ..). No dicevo il mio proprio sul pube aveva una curva che poggiava sull’ allora montino di Venere e…. Ma non sarà stato mica il caro busto a farmi questo brutto scherzo cioè a spingermi in dentro l’ osso e compromettermi così una vita “normale”??? Ora aspetto l’esito delle lastre che mi ha prescritto l’ortopedico…Ancora non è detto..Però..Va finire che il mio essere ligia e tenace a fare tutto col busto mi ha infine portato peggio.. Se è così però spacco qualcosa o qualcuno!!! C’è della bibliografia a proposito? Precedenti? Se può mi faccia sapere. Scusi se mi sono dilungata in particolari forse inutili.. Grazie per l’attenzione. Elena. |
Commento di lolita
Il 13/08/2011 alle 23:03 Auguri speciali ai dottori , fisioterapisti e tutto lo staff di Isico di Buon Ferragosto ; naturalmente esteso anche a tutti i visitatori del blog . |
Commento di Fabio Zaina
Il 22/08/2011 alle 14:53 Gent.ma Sig.ra Lolita, |
Commento di Monica
Il 01/12/2011 alle 14:15 ho scritto di getto e ripetendo concetti…non è che il Milwaukee crea altri danni? |
Commento di Leopoldo
Il 04/12/2011 alle 18:18 Emilio se posso mi dà suo indirizzo e le le scrivo email privata |
Commento di Stefano Negrini
Il 22/03/2012 alle 10:57 Gentile Nonna Vanna, |
Commento di nonna vanna
Il 23/03/2012 alle 11:21 Egr. Dott. Negrini, la ringrazio per la dettagliata e precisa risposta. |
Commento di Vincenzo
Il 12/02/2014 alle 20:04 Qualcuno mi aiuto sarò costretto ad indossare il milvuakee non voglio assolutamente perché ho paura che non funzioni che devo fare?ho solo10 anni |
Commento di carlo
Il 10/10/2016 alle 18:53 Ciao Alessandra, ti faccio tanti auguri, per il milwaukee io l’ ho portato per molti anni , ti auguro che tu possa portarlo solo alcuni mesi |
Commento di Carlo
Il 30/09/2017 alle 12:16 Ciao Salvatore Marrone ,porti il Milwaukee? |
Commento di Stefano Negrini
Il 12/07/2022 alle 11:55 Gentile Francesca |
Commento di C. Dalldorf
Il 07/03/2024 alle 13:31 Al post precedente. A 16 anni eri considerato adulto. |
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Il 29/03/2010 alle 23:50
Caro Dottor Negrini, leggere l’articolo sul Milwaukee mi ha fatto venire i brividi!
Mi sarebbe piaciuto sentir dire queste cose trenta anni fa (lo so che sarebbe stato impossibile ma lasciatemelo almeno dire).
Io ho portato ben tre Milwaukee, i primi due sono stati la mia rovina perché non erano fatti a regola d’arte, diciamo così per essere gentili, il terzo invece decisamente fatto in modo impeccabile. La mia scoliosi è stata diagnosticata all’età di 8 anni e subito mi hanno prescritto un Milwaukee che ho portato 5 anni giorno e notte, proprio come diceva lei i ragazzi di oggi ed i relativi genitori sono bene diversi, un tempo non c’erano psicologi sempre a disposizione ma la questione psicologica c’era e come! Durante i 5 anni ho frequentato per tre volte alla settimana un centro medico/sportivo all’avanguardia e lì seguivo un piano personalizzato di esercizi di ginnastica correttiva. Il centro era diretto da un medico molto preparato il quale aveva capito fin da subito che il mio corsetto era poco preciso (non ci voleva molto a capirlo ero riuscita anch’io che allora ero una bimba di 10 anni) ma nonostante ciò negava spudoratamente, periodicamente ad ogni radiografia di controllo che sistematicamente faceva registrare un peggioramento diceva che era colpa mia perché non mi impegnavo negli esercizi e non portavo il corsetto sempre (io toglievo il corsetto solo per fare la doccia!. Quanto ai miei genitori anche a loro riportava la stessa versione tranquillizzandoli dicendo che un peggioramento alla mia età era da considerarsi normale.
Ogni volta che entravo in palestra trovavo lui ad attendermi, lasciava ogni suo impegno e mi seguiva o meglio mi marcava ad uomo durante lo svolgimento del mio piano di lavoro ripetendomi più volte la stessa identica frase “Finirai nelle mani di un chirurgo, devi prendere esempio dalle tue compagne e portare sempre il corsetto (le miei compagne avevano un corsetto fatto da ortopedici diversi dal mio, arrivavano in palestra con il corsetto dentro ad un sacchetto di plastica e lo indossavano solo mentre erano lì). Oggi tutto questo sarebbe definito persecuzione e probabilmente sarebbe già finito su giornali e quant’ altro, io ho tollerato in silenzio (nel senso che non ho mai detto nulla a nessuno di quelle frasi minacciose) per 5 anni durante i quali, vista la crescita, il primo corsetto è stato sostituito da un secondo peggio del primo! Io abito in provincia di Novara ed allora c’era un unico ortopedico di riferimento a meno che si era seguiti da medici della Lombardia o altrove.
La mia pazienza è però finita all’età di 13 anni, i miei genitori nel frattempo si erano consultati con il nuovo medico di famiglia che ha consigliato una visita a ……. . Ricordo e ricorderò per sempre la sua espressione appena mi ha vista entrare nel suo studio ma ancor meglio ricordo le sue parole “togliti subito quello sgorbio che hai addosso”.
Sono state parole forti, durante la visita ha anche aggiunto che se non avessi fatto nulla per la mia scoliosi sarebbe stato meglio, sicuramente la mia rabbia era tanta ma al tempo stesso c’era in me un forte senso di rivincita, non avevo visto lucciole per lanterne, ed anche se ero una semplice ragazzina forse avevo capito che razza di disonesto avevo avuto davanti per 5 anni.
E’ stato proprio il forte senso di rivincita, insieme ad altre mille cose che mi ha permesso di affrontare il resto del cammino 4 anni con il nuovo corsetto fatto a regola d’arte in attesa dell’intervento eseguito da …………. (quest’ultimo chirurgo, ortopedico, psicologo e soprattutto persona umana impeccabile).
Da allora sono passati 29 anni! Tante sono le cose belle che un’esperienza simile mi ha dato, prima di tutto la forza per affrontare le cose difficili della vita con una marcia in più, entusiasmo di pensare sempre positivo, credere e soprattutto saper individuare i medici che fanno il loro lavoro perché ci credono, fare il proprio lavoro (sono un’ insegnante di scuola elementare) con dedizione ed onestà ed infine tante amicizie nate durante il percorso in ospedale che sono rimaste ancora oggi.
Mi scuso se mi sono dilungata troppo ma credo che certe sensazioni ed esperienze meritano di essere raccontate.