Il Piccolo principe e la morte prematura
C’ era una volta un piccolo principe.
A otto anni scoprì che la sua colonna era affetta da scoliosi.
Nella sfortuna della malattia ebbe la fortuna di essere preso in cura da colui che è stato uno dei più grandi medici, in Italia, esperti di tale patologia: il dottor Sibilla. Il piccolo principe fu accompagnato, grazie a varie terapie (gesso, seguito dal corsetto e dagli esercizi specifici fisioterapici), fino all’età della maturità ossea, in una situazione di buon equilibrio della sua colonna nei tre piani dello spazio e dal punto di vista estetico, questo nonostante il valore finale, in gradi Cobb, della sua scoliosi (attorno ai 50°).
I risultati del trattamento conservativo avevano trasmesso all’ormai ‘ex piccolo principe’ una sicurezza tale per cui egli non sentì più il bisogno di effettuare dai 21 anni in poi alcun controllo clinico della sua schiena: conduceva una vita del tutto normale tra attività lavorativa, attività sportiva e relazioni sociali, senza che alcun mal di schiena lo affliggesse.
Qualche settimana fa, all’età di 30 anni, “l’ ormai ex piccolo principe” si è sottoposto a visita specialistica presso il mio ambulatorio. Era intimorito dal camice bianco: dai suoi atteggiamenti traspariva un’ansia di fondo, di cui all’inizio non riuscivo a cogliere il motivo. Sembrava quasi spaventato a priori dal giudizio clinico che io avrei espresso in seguito. Mentre chiedevo percepivo la sua insofferenza, come un rumore di fondo, di cui non riuscivo a cogliere la sorgente finché non ho posto la domanda giusta: ”Ha mai fatto altre visite di controllo in questi anni?”. A quel punto il nostro “ormai ex piccolo principe” si è sciolto in un racconto liberatorio, dicendomi che lo scorso anno era stato da una dottoressa che si occupa di Chirurgia Vertebrale. La specialista, alla sua domanda ripetuta due volte circa le prospettive che lo attendevano nel caso in cui non si fosse sottoposto a intervento chirurgico, gli aveva intimato, spazientita, che, se proprio preferiva sentirselo dire, il suo futuro sarebbe stato caratterizzato da una morte prematura… Il paziente aveva dunque vissuto, nell’ultimo anno, con questo enorme macigno sulle spalle e non avendo strumenti adeguati, per sopportare questo peso, era ricorso all’uso terapeutico di farmaci per sedare l’ansia e garantirsi una qualità di vita, che si potesse definire accettabile.
Al termine della visita, dopo aver cercato di tranquillizzarlo in tutti i modi sulla non fondatezza del presagio prospettatogli e sperando, in cuor mio, di esserci riuscito, ho iniziato a chiedermi cosa possa spingere uno di noi, specialisti in patologia vertebrale, a esprimere un giudizio tanto duro quanto infondato sul futuro di un nostro paziente.
“ I pazienti con scoliosi idiopatica adolescenziale e le loro famiglie sono spesso scossi a causa di disinformazione circa la loro patologia e i suoi effetti ultimi sulla loro vita”. Così concludeva Weinstein il suo importante studio prospettico, durato 50 anni, sulla storia naturale evolutiva della scoliosi, tuttora un riferimento imprescindibile in letteratura. Weinstein ci ha dimostrato come solo in rarissimi casi, comunque per curve superiori ai 100° e con apice toracico, il paziente con scoliosi può essere considerato a rischio aumentato di complicanze cardiorespiratorie fatali.
Il nostro piccolo principe può dormire sonni tranquilli d’ora in poi: di morte prematura…a causa della scoliosi…non si muore!
Commenti
Commento di angela
Il 14/01/2014 alle 11:09 Signora Maria Teresa le consiglio di fare una visita presso un centro Isico vicino casa sua. |
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Il 24/10/2013 alle 17:47
Io non ho parole..sono veramente allibita!!!Pensavo che cose del genere succedessero solo ai miei tempi e solo al sud,che di solito é famoso per episodi di malasanitá(perché questa é malasanitá)!!É sbagliato non fare i nomi di questi soggetti che da medici hanno solo la laurea,perché si da loro la possibilitá di continuare a far del male a persone di tutte le etá,che hanno giá sofferto abbastanza e che quando si rivolgono a un medico é perché hanno bisogno sì di un consulto con uno “specialista”,ma spesso anche di una parola di conforto! a quanto pare però é sempre più difficile trovare doti umane,soprattutto in quelli che vengono definiti “luminari” nei vari campi.É mai possibile che non si rendano conto dei danni che possono fare??
Spero che questo ragazzo riesca adesso a guardare avanti con tranquillità ed obbiettività,con l’aiuto di uno staff come quello di Isico:-)