Da fisioterapista a paziente.. e viceversa
Fiducia, empatia, sintonia…queste le parole che mi vengono in mente quando penso alla relazione tra noi fisioterapisti e i nostri pazienti.
Quando si inizia un percorso riabilitativo i principali obiettivi che ci poniamo sono due: il primo è conosciuto dal paziente ed è il motivo per il quale si rivolge a noi, cioè “curare” la scoliosi; il secondo, che non viene immediatamente percepito dal paziente, è quello di “prendersi cura” della persona che ha la scoliosi, senza dimenticarci della sua famiglia. Questo percorso non richiede solo buone competenze teoriche e pratiche ma anche la capacità di saper cogliere le esigenze, le necessità e i bisogni del paziente e della sua famiglia.
L’arma più importante che abbiamo per raggiungere questo fondamentale obiettivo è la FIDUCIA. Solo se si instaura un buon rapporto di fiducia, solo se il paziente si sente parte integrante del team riabilitativo e coinvolto nelle decisioni terapeutiche avremo la certezza che venga rispettato ciò che è stato prescritto dal medico. E solo se viene rispettata la prescrizione del medico si possono ottenere dei risultati! Attraverso l’ascolto, la comprensione di ciò che si sta provando durante la seduta di fisioterapia (soprattutto la prima volta!), di ciò che si prova durante la vita quotidiana, con un’interazione comunicativa chiara e diretta si costruisce insieme quel rapporto di fiducia che dà qualità alla relazione e fornisce un sostegno concreto a voi e alle vostre famiglie.
La prima seduta è il punto cruciale di tutto questo percorso. Voi siete intimoriti perché non sapete di preciso cosa vi aspetta, cosa vi verrà chiesto di fare, chi vi troverete davanti…se una persona con cui poter entrare in sintonia, su cui fare affidamento in ogni momento. Ma vi assicuro che non siete gli unici ad avere dei timori! E’ d’obbligo per noi fisioterapisti riuscire a placare le vostre preoccupazioni, tranquillizzarvi ma allo stesso tempo trasmettervi quella grinta e quella forza necessarie per affrontare il trattamento. E vi assicuro che tutto ciò non è semplice!
Sappiamo bene quanto è lunga e faticosa la lotta contro la scoliosi, ma sappiamo anche che il gruppo fa forza e che insieme possiamo vincere!! A questo punto vi sentirete liberi di poter esprimere dubbi, paure e perché no anche i lamenti per i sacrifici fatti. Ne avete tutto il diritto, l’importante è rialzare sempre la testa e non mollare! Allora i pianti iniziali lasceranno il posto ai sorrisi per i buoni risultati raggiunti….e che soddisfazione per noi vedervi lottare con il sorriso!! E che bello osservare le vostre facce quando vi facciamo notare i segni dei miglioramenti e sentirvi dire “Ma allora i miei sacrifici sono serviti a qualcosa!!”!
E con un sorriso faccio un grosso in bocca al lupo a tutti voi!!
Valentina
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Il 26/06/2011 alle 21:19
Sono una donna di 68 anni, mi sono rivolta a ISICO per una scoliosi che da una vita mi procura dolori alla schiena e agli arti. La visita ha evidenziato nel confronto con le radiografie pregresse che la mia scoliosi è evolutiva, alla faccia di tutti i medici che mi dicevano che nell’adulto la scoliosi non si evolve. Negli ultimi dieci anni la curva è passata da 30 gradi agli attuali 40.
Il fisioterapista di ISICO a Milano che mi ha in cura dal 10.05.2011 mi ha assegnato vari esercizi ma nessun esercizio di autocorrezione attiva.
Entrando in scoliosismanager a cui mi sono iscritta leggo a grandi lettere rosse:
ATTENZIONE! ” SE STAI PREPARANDO UN PIANO DI ESERCIZI PER UN PAZIENTE CON SCOLIOSI, CONSIDERA CHE BISOGNERà SEMPRE ASSOCIARE UNA AUTOCORREZIONE ATTIVA. SENZA L’AUTOCORREZIONE ATTIVA GLI ESERIZI PERDONO LE LORO CARATTERISTICHE DI CONTRASTO ALLE DEVIAZIONI E SI RIDUCONO A SEMPLICI ESERCIZI DI GINNASTICA ASPECIFICA.
Sono preoccupata: gli esericizi che faccio ormai da due mesi sono aspecifici e tutta la fatica a cosa mi serve? Il fisioterapista dice che alla mia età l’autocorrezione non si pratica. E allora?