Il blog di Isico dedicato alla scoliosi
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Da fisioterapista a paziente.. e viceversa

24 giugno, 2011 (10:53) Di: Valentina Premoli

Fiducia, empatia, sintonia…queste le parole che mi vengono in mente quando penso alla relazione tra noi fisioterapisti e i nostri pazienti.
Quando si inizia un percorso riabilitativo i principali obiettivi che ci poniamo sono due: il primo è conosciuto dal paziente ed è il motivo per il quale si rivolge a noi, cioè “curare” la scoliosi; il secondo, che non viene immediatamente percepito dal paziente, è quello di “prendersi cura” della persona che ha la scoliosi, senza dimenticarci della sua famiglia. Questo percorso non richiede solo buone competenze teoriche e pratiche ma anche la capacità di saper cogliere le esigenze, le necessità e i bisogni del paziente e della sua famiglia.
L’arma più importante che abbiamo per raggiungere questo fondamentale obiettivo è la FIDUCIA. Solo se si instaura un buon rapporto di fiducia, solo se il paziente si sente parte integrante del team riabilitativo e coinvolto nelle decisioni terapeutiche avremo la certezza che venga rispettato ciò che è stato prescritto dal medico. E solo se viene rispettata la prescrizione del medico si possono ottenere dei risultati! Attraverso l’ascolto, la comprensione di ciò che si sta provando durante la seduta di fisioterapia (soprattutto la prima volta!), di ciò che si prova durante la vita quotidiana, con un’interazione comunicativa chiara e diretta si costruisce insieme quel rapporto di fiducia che dà qualità alla relazione e fornisce un sostegno concreto a voi e alle vostre famiglie.
La prima seduta è il punto cruciale di tutto questo percorso. Voi siete intimoriti perché non sapete di preciso cosa vi aspetta, cosa vi verrà chiesto di fare, chi vi troverete davanti…se una persona con cui poter entrare in sintonia, su cui fare affidamento in ogni momento. Ma vi assicuro che non siete gli unici ad avere dei timori! E’ d’obbligo per noi fisioterapisti riuscire a placare le vostre preoccupazioni, tranquillizzarvi ma allo stesso tempo trasmettervi quella grinta e quella forza necessarie per affrontare il trattamento. E vi assicuro che tutto ciò non è semplice!
Sappiamo bene quanto è lunga e faticosa la lotta contro la scoliosi, ma sappiamo anche che il gruppo fa forza e che insieme possiamo vincere!! A questo punto vi sentirete liberi di poter esprimere dubbi, paure e perché no anche i lamenti per i sacrifici fatti. Ne avete tutto il diritto, l’importante è rialzare sempre la testa e non mollare! Allora i pianti iniziali lasceranno il posto ai sorrisi per i buoni risultati raggiunti….e che soddisfazione per noi vedervi lottare con il sorriso!! E che bello osservare le vostre facce quando vi facciamo notare i segni dei miglioramenti e sentirvi dire “Ma allora i miei sacrifici sono serviti a qualcosa!!”!
E con un sorriso faccio un grosso in bocca al lupo a tutti voi!!

Valentina

Commenti

Commento di margherita benedetti
Il 26/06/2011 alle 21:19

Sono una donna di 68 anni, mi sono rivolta a ISICO per una scoliosi che da una vita mi procura dolori alla schiena e agli arti. La visita ha evidenziato nel confronto con le radiografie pregresse che la mia scoliosi è evolutiva, alla faccia di tutti i medici che mi dicevano che nell’adulto la scoliosi non si evolve. Negli ultimi dieci anni la curva è passata da 30 gradi agli attuali 40.
Il fisioterapista di ISICO a Milano che mi ha in cura dal 10.05.2011 mi ha assegnato vari esercizi ma nessun esercizio di autocorrezione attiva.
Entrando in scoliosismanager a cui mi sono iscritta leggo a grandi lettere rosse:
ATTENZIONE! ” SE STAI PREPARANDO UN PIANO DI ESERCIZI PER UN PAZIENTE CON SCOLIOSI, CONSIDERA CHE BISOGNERà SEMPRE ASSOCIARE UNA AUTOCORREZIONE ATTIVA. SENZA L’AUTOCORREZIONE ATTIVA GLI ESERIZI PERDONO LE LORO CARATTERISTICHE DI CONTRASTO ALLE DEVIAZIONI E SI RIDUCONO A SEMPLICI ESERCIZI DI GINNASTICA ASPECIFICA.
Sono preoccupata: gli esericizi che faccio ormai da due mesi sono aspecifici e tutta la fatica a cosa mi serve? Il fisioterapista dice che alla mia età l’autocorrezione non si pratica. E allora?

Commento di Stefano Negrini
Il 28/06/2011 alle 17:21

Gentile Margherita
grazie per il suo intervento che ci consente di precisare un aspetto tecnico molto importante a tutti i lettori del blog, e di “sistemare” una anomalia terminologica interna al nostro Istituto. Le darò poi, dopo aver sentito il nostro terapista, una risposta personalizzata rispetto ai suoi esercizi nello specifico.
L’autocorrezione è alla base del trattamento riabilitativo con esercizi per la scoliosi, e senza autocorrezione si fa qualcosa di diverso da esercizi specifici.
Allora che cosa le ha detto il nostro terapista ? C’è una spiegazione semplicissima: l’autocorrezione che si fa in una scoliosi che ha superato la fine della crescita è diversa da quella che si fa in un bambino, perchè si punta principalmente a migliorare la risposta antigravitaria (ossia contro la forza di gravità) con un sostegno della colonna dal basso verso l’alto. Nel bambino invece l’autocorrezione è data da un lavoro molto più complesso di tipo tridimensionale, sapendo che le risposte reattive alla forza di gravità sono nella maggior parte dei casi molto meglio funzionanti.
In pratica, si fa un’autocorrezione diversa, ma sempre di autocorrezione si tratta. L’autocorrezione viene inoltre impostata gradualmente.: infatti è tipico sempre negli adulti fare una fase “preparatoria” che consenta di acquisire le capacità fisiche necessarie per poter iniziare con l’autocorrezione. Questo è necessario solo molto raramente nei bambini, che rispetto agli adulti si muovono molto di più e quindi hanno migliori capacità fisiche di base: peraltro la progressione degli esercizi per arrivare ad una buona ed efficace autocorrezione anche nel bambino richiede diversi mesi, partendo sempre però da una prima versione semplificata.
Può essere che all’interno della nostra stessa struttura si siano create delle confusioni terminologiche e che quindi qualcuno preferisca utilizzare il termine autocorrezione solo per il bambino, usando termini diversi per l’adulto (ad es. “reazione antigravitaria”). Comunque si tranquillizzi: il protocollo presso la nostra struttura per le deformità vertebrali prevede sempre l’apprendimento graduale dell’autocorrezione personalizzata sul paziente, comunque sia stata chiamata dal terapista (e questa è una incomprensione terminologica interna che peraltro dovremo correggere e sistemare).
E’ anche questa l’occasione per precisare con forza che tutti i nostri terapisti lavorano secondo modalità concordate e ben precise, così come tutti noi medici. L’approccio tecnico è lo stesso, le schede di lavoro sono le stesse, gli strumenti informatici sono gli stessi, le misurazioni che prendiamo le stesse, l’approccio al paziente dal punto di vista umano e motivazionale lo stesso. L’unica variabile vera è l’individualizzazione completa sul paziente, che però parte da basi totalmente comuni. Poi ovviamente ci sono le differenze che le alchimie di incontro tra le persone (medico/terapista e paziente/famiglia) possono determinare, così come l’esperienza (ma chi ne ha di più in Isico la mette al servizio di tutti gli altri con le regolari riunioni ogni 15 giorni per tutto il personale sul territorio nazionale, e le consulenze specifiche sui singoli casi che continuativamente avvengono tra di noi) e le capacità individuali. Ma la base è la stessa e la qualità delle prestazioni(di altissimo livello e riconosciuta a livello internazionale) assolutamente garantita.
Cordiali saluti e grazie per aver aiutato un miglioramento (terminologico) anche per noi
Stefano Negrini

Commento di margherita benedetti
Il 29/06/2011 alle 21:02

Grazie dott. Negrini per la chiarezza del suo commento. Si è trattato evidentemente di un difetto di comunicazione. Avevo bisogno di conoscere e sapere il percorso che mi attende. Ora sono tranquilla e fiduciosa.

Commento di Laura
Il 20/07/2011 alle 11:50

E’ vero non basta il medico, il ruolo del fisioterapista è importantissimo. Un po’ di tempo fa ho conosciuto una fisioterapista fantastica con la quale si è da subito instaurato un rapporto di fiducia..da subito mi sono accorta di come riuscisse a “prendersi cura” delle persone, di come sapesse ascoltare i pazienti, tranquillizarli e allo stesso tempo incoraggiarli, dare forza, e trasmettere la grinta per continuare. Per me è sempre un piacere quando la vedo.. Grazie a tutte le persone così speciali !

Commento di Mariachiara
Il 13/08/2011 alle 14:05

Ciao a tutti mi chiamo mariachiara e ho 12 anni e porto il corsetto prescritto dall’ISICO e vorrei qualke risposta dal Dottore Negrini per sapere xk il mio busto fa rumore (cigolia ogni volta ke faccio movimenti anke normali) Grazie apetto qualche risposta 🙂
p.s vorrei sapere se solo x il giorno del mio compleanno potrei levare il corsetto (sò ke non sarà possibile xrò io povro lo stesso a chiedere) comunque mi chiamo Mariachiara D’Aiuto (lo dico xk cosi il Dottore Negrini potrà darmi qualche risposta )magari guardando la mia situaziona dalla mia cartella….Aspetto risposta ciaooo 🙂

Commento di leandra
Il 17/08/2011 alle 13:47

ciao a tutti … mi chiamo leandra è ho 13 anni appena compiuti … ho una scoliosi multipla .. come una S su tutta la mia colonna vertebrale ,e il bacino uno più basso dell’altro ,.. 1 anno fa i miei mi portarono a fare una visita ..e l’ortopedico disse che aveva qst scoliosi .. e si poteva curare con un busto rigido (di tudore)..dopo avermi consegnato questa busto lo messo solo x 3 mesetti … forchè il dolore era insopportabile … così a causa del dolore fu respinda a nn metterlo più ..nn sopportavo il dolore … così ormai passato 1 anno il busto è piccolo… i miei agli inizi di settembre mi vogliono portare dinuovo in un’ortopedico … x vedere cosa mi cosigliano questa volta ! …io nn vorrei un busto rigido .. ma anke una fascia … perchè sono in 3 ° media … e sinceramente sn una ragazza timida… e molti dei miei compagni mi prenderanno in giro di questo problema che ho … perfavore datemi qualche consiglio … GRAZIE A TUTTI !!!! =)

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