Il blog di Isico dedicato alla scoliosi
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Non basta il corsetto, ci vuole l’équipe

21 giugno, 2011 (11:30) Di: Stefano Negrini

Gentile signora,
non è proprio possibile rispondere ad una domanda del genere senza conoscere il caso clinico.
In realtà, la risposta mi serve per ribadire un concetto: non esiste il corsetto dal nome giusto per la scoliosi, ma esiste l’équipe (tecnico ortopedico e medico che lavorino insieme, in stretta collaborazione con un fisioterapista) che consente di ottenere il risultato. Con il nome di Lionese o di Cheneau si possono costruire dei corsetti totalmente diversi, si possono avere dei corsetti altamente efficaci e degli altri totalmente inefficaci, anzi dannosi. Immagini di avere un fil di ferro piegato a simulare una scoliosi come la si vede su una radiografia. Se lei appoggia le dita per correggere nei punti giusti il fil di ferro si raddrizza, se lo fa nei punti sbagliati si piega sempre di più. A questo punto, invece di immaginare un fil di ferro solo piegato, immagini un fil di ferro torto su se stesso (come è veramente la scoliosi: la colonna si torce nei tre piani dello spazio): a quel punto raddrizzarlo con delle spinte dall’esterno diventa molto, molto più difficile. Ora, immagini che il fil di ferro torto sia racchiuso in un contenitore deformato con parti piene d’acqua, parti piene d’aria, alcune barre rigide (le coste): ecco, questa è la scoliosi vera, con deformità delle vertebre e del tronco. A questo punto l’equazione correttiva diventa difficilissima. Pensi che a tutt’oggi non esiste la possibilità di simulare in modo completo ed affidabile anche con i computer più potenti la correzione con i corsetti: lo stanno facendo alcune equipe, ma in realtà si stanno sempre più approssimando alla realtà di studio in studio, ma senza la speranza di arrivare a simulare veramente il singolo caso clinico se non forse tra qualche decina d’anni… E quindi, capirà anche l’importanza del tecnico che costruisce il corsetto e del medico che lo guida. Capirà anche l’importanza che questi due lavorino insieme, confrontandosi costantemente di fronte ai singoli pazienti e come dalla combinazione delle due professionalità (una più teorica, l’altra più pratica) si potranno ottenere i risultati migliori. Ed infine, c’è il piccolo particolare dell’elemento umano: la ragazza che dovrà portare per anni un corsetto che si può togliere. O si lavora bene anche su questo, o tutto si vanifica. Il gesso non si può togliere, il corsetto sì: e ci saranno le gite, le estati, le feste con gli amici etc etc. Consideri anche tutto questo.
Quindi, fermo restando che DEVE fare una scelta, perchè la confusione è nemica del risultato finale e se si tiene il piede in due scarpe con la scoliosi si fanno danni, nella scelta pesi come li ha visti lavorare, con che precisione, come le hanno prescritto il corsetto (le hanno rilasciato una prescrizione dettagliata di come costruirlo ?), se le hanno detto se saranno presenti in officina a collaudare il corsetto, se le hanno dato l’impressione di lavorare costantemente a stretto contatto con il tecnico ortopedico. Vada anche a vedere le due officine ed “annusi” l’aria. E poi consideri l’aspetto umano e come interagiscono con sua figlia, le parole che spendono. Ed infine: c’è un terapista che aiuti in tutto questo ? Un terapista inserito nell’équipe terapeutica a stretto contatto con il medico ed il tecnico ortopedico, che parli la loro stessa lingua ? E’ un elemento determinante del risultato finale, come abbiamo visto nel lavoro che ha appena vinto il più importante premio mondiale sul trattamento conservativo della scoliosi (SOSORT Award) e che verrà pubblicato probabilmente entro l’estate nella rivista Scoliosis.
Insomma, non è una scelta facile, lo capisco. Ma ridurre tutto al nome del corsetto è un errore di fondo e spero di averla aiutata ad avere elementi per scegliere.
Cordiali saluti ed augurissimi per sua figlia
Stefano Negrini

Commenti

Commento di AleMB81
Il 23/06/2011 alle 09:17

Gentili Dottori,colgo l’occasione per chiedervi delucidazioni in merito ad una scoliosi in età adulta. Ho 29 anni e quando ero molto piccolo (intorno ai 5 anni) mi era stata diagnosticata una scoliosi. Sfortunatamente i miei genitori non si sono mai mossi al fin di correggerla. Tuttavia di recente ad una visita medica per il lavoro il medico, dopo avermi fatto piegare in avanti come di consueto, ha affermato che ho una scoliosi che – a suo dire – risulta marcata. Tuttavia mi ha detto solamente di far sport e non mi ha consigliato di rivolgermi ad uno specialista (forse vista l’età). Ora tuttavia voglio rivolgermi ad un ortopedico al fine di vedere la mia reale situazione che tuttavia credo non sia esageratamente grave in quanto me ne sarei accorto da me (non presento inoltre dolori al massimo capita qualche giorno di aver fastidi ma moderati). Tuttavia devo ammettere che ho una parte inferiore di gabbia toracica che è più sporgente rispetto all’altra e solo ora mi rendo conto che tale problema potrebbe essere legato alla schiena. Mi chiedo tuttavia se – ipotizzando di avere una scoliosi fra i 20° ed i 30° più o meno stabile – fosse possibile fare qualcosa alla mia età. Indipendentemente dal fattore estetico della gabbia toracica che mi piacerebbe migliorare, vorrei non avere seri problemi in futuro. In età adulta cosa si può fare? Ho sentito che esistono esercizi specifici di ginnastica che possono rafforzare e forse migliorare la situazione (Seas?) e che il corsetto a questa età non ha molto significato. Esiste dunque qualcosa da fare anche a questa età?

Molte grazie

Commento di Antonio
Il 23/06/2011 alle 12:45

La scoliosi è peggiorata: qualcuno ha sbagliato.
Questa è la reazione che mi trovo a dover fronteggiare ogni volta che mi reco in visita da un ortopedico e a volte si esce delusi, a volte scoraggiati. E negli occhi compare sempre e solo delusione, perché è difficile capire come mai la schiena con i suoi dolori lancinanti non viene riconosciuta come malattia grave dalle autorità competenti (Inps, ASL, ecc ecc.). Anzi sembra quasi che sia una seccatura quando ci rechiamo in visita.
Spiegatemi se è “normale” per una persona operata/o non operata di scoliosi essere sempre piuttosto stanchi e facilmente affaticabili sarebbe normale lavorare in ufficio 8 ore, io invece torno a casa stanchissimo con il solo desiderio di stendermi sul divano) è “normale” dormire 4 ore per notte e svegliarsi nient’affatto riposato ma contratto e rigido?. Sarebbe interessante (e rassicurante) che qualcuno ci dicesse se tutto ciò è “normale” e se c’è modo di contrastare l’affaticamento e il malessere post-non sonno visto che i medici dopo l’intervento tendono a considerarci come un caso chiuso e mandarci a casa con tante belle parole e tutta al più ci prescrivono un po di anticontratturanti.
Ho problemi alle gambe, si ghiacciano, formicolano, crampi e dolori fortissimi che non mi lasciano nè giorno nè notte.
Ho gravi difficoltà nel lavoro (l’Inps mi ha riconosciuto invalido non inabile. L’Inps purtroppo prima che effettivamente riconosca che una persona è inabile (credo che la debba vedere sulla sedia a rotelle). Tra l’altro il servizio sanitario nazionale malgrado la nostra invalidità non ci permette una ginnastica posturale costante nel tempo, perché
nella regione Lazio da circa 4 anni sono stati fatti dei tagli sui casi ortopedici, e il solo modo per fare terapia è farla a pagamento (costasse poco). Il peggioramento della mia situazione è avvenuto progressivamente. Ho provato a correggere la schiena con un busto ortopedico non ha portato a niente sono più diritto, ma camminare con una simile corazza è praticamente impossibile. La scoliosi è una malattia che può avere conseguenze limitate, ma può anche creare gravi deformità irreversibili, con importanti complicazioni cardio respiratorie e di limitazioni funzionali e per questo che il 15/06/2010 ho deciso di operarmi.
Voi che siete medici/fisioterapisti potreste in qualche modo aiutarci perché vengano riconosciuti i nostri diritti. Questi sono i commenti che abbiamo scritto sul blog di Isico ma poi nessuno che ti aiuta. Ho scritto a tutte le autorità competenti (potete immaginare il risultato). Dentro di me oggi c’è tanta rabbia, come credo in tutti quelli che soffrono di scoliosi perché da tanti anni siamo abbandonati a noi stessi, non esistono in Italia istituti per la riabilitazione, abbiamo bisogno di trattamenti idrochinesiterapici continui per contenere le contratture paravertebrali e del dorso, trattamenti che servono a mantenere stabile per quanto possibile la situazione fisica onde garantire un’adeguata autonomia di vita. FONDIAMO UN’ASSOCIAZIONE SCOLIOSI GRAVI POTETE FARE QUALCOSA ALMENO VOI DI ISICO. E cosi arrivo alla conclusione. Non abbiamo iL diritto di avercela con il destino, anche se a volte vorremmo vivere più serenamente.

Un caro saluto ed un abbraccio a tutti

Commento di Stefano Negrini
Il 27/06/2011 alle 13:36

Egregio signore,come avrà letto nei molti post in questo blog sugli adulti, tutto dipende dal suo problema e quindi da una valutazione specialistica.

* Se la scoliosi è sotto i 30° normalmente ce la si tiene, perché non ha un impatto significativo sulla salute (i dolorini alla schiena ce li hanno tutti, mica solo chi ha la scoliosi…). Al massimo la si controlla una volta ogni 2-5 anni per tranquillità.

* Se la scoliosi supera i 45-50° allora ci sono assolutamente le indicazioni a fare della prevenzione con esercizi specifici (Seas) per evitare un aggravamento con il tempo estremamente probabile che porterebbe ad un intervento chirurgico o (se l’intervento non si vuol fare) ad un progressivo piegamento in avanti con pesante impatto sulla qualità di vita in età anziana

* Se ci si trova in mezzo tra queste due soglie, la scelta se fare o meno prevenzione è individuale. I controlli vanno fatti una volta all’anno e se ci sono dimostrazioni di peggioramento (possibile, ma non certo) allora si ricade alla situazione precedente: o ci si opera, o ci si cura con gli esercizi, o non si fa nulla e se ne accettano le possibili/probabili conseguenze con gli anni

I corsetti dopo i 20-25 anni praticamente non hanno più una reale efficacia: anche a livello estetico le probabilità di ritornare al punto di partenza sono troppo alte per affrontare una terapia così pesante.
A tutte queste regole generali esistono sempre delle eccezioni favorevoli e sfavorevoli che un medico preparato sa e deve vedere. Ma è sempre necessaria una visita…
Cordiali saluti ed’ auguri
Stefano Negrini

Commento di AleMB81
Il 28/06/2011 alle 08:27

Dottore,
innanzitutto la ringrazio per la celere risposta. Ovviamente è stata mia premura fissare una visita con un ortopedico al fine di vagliare il grado di “gravità” della mia situazione. Capisco che all’età di 30 anni la maturazione ossea sia completata ma mi chiedevo se comunque esercizi di tipo Seas potessero aiutare anche in casi in cui la scoliosi sia fra 20° e 30°. Leggendo l’abstract della sua pubblicazione mi pare di aver capito che tali esercizi – se eseguiti con costanza – possono stabilizzare e – in alcuni casi – migliorare la situazione scoliotica.
Qualora infatti venisse confermata una scoliosi moderata reputa comunque importante utilizzare esercizi di tipo seas?

Molte grazie

Commento di Stefano Negrini
Il 28/06/2011 alle 10:43

Gentile Antonio,
i suoi post li conosciamo da tanto tempo. Mi dispiace che dopo l’intervento e la speranza che l’aveva caratterizzato prima, la felicità che l’aveva caratterizzato dopo, sia ora ritornato al punto di partenza almeno apparentemente.
Sono anni che noi di Isico stiamo cercando di favorire la nascita di una associazione di pazienti con la scoliosi, come avviene in tanti altri paesi soprattutto nel nord-Europa ed in Europa centrale. Lo sanno in particolare i referenti degli Stati Uniti (Joe O’Brien, presidente della National Scoliosis Foundation) e della Svizzera (Norma Bargetzi) che abbiamo contattato e che si sono resi disponibili se ci fossero state iniziative del genere in Italia ad aiutarle. Il problema è che una associazione di pazienti non può essere fondata da un centro di ricerca e clinica sulla scoliosi: ci sarebbe troppa “contaminazione”. Recentemente siamo a conoscenza di una Fondazione nata da poco, in cui ci sarebbe una forte presenza dei pazienti in termini principalmente di guida della stessa: abbiamo avuto dei contatti, e pensiamo a breve di poter far fare un post specifico dalla sua Presidente. In effetti, le istanze di cui lei parla sono importanti e se ne dovrebbe far carico specificamente qualcuno che possa poi muoversi anche a livello politico: noi, struttura privata dedita alla clinica ed alla ricerca, non siamo quelli giusti perché da un lato saremmo visti con sospetto (il privato in Italia è sempre “brutto e cattivo” e fa le cose solo per il proprio interesse, ed anche quando non è proprio vero viene troppo spesso visto come tale…) e dall’altro non rientra proprio nelle nostre capacità specifiche. Siamo medici e quindi cerchiamo di far star bene la gente, essendo soprattutto pronti ad aiutarla ed ad andare incontro al prossimo. Per le istanze di cui lei parla ci vorrebbero degli avvocati, pronti a muoversi in modo deciso anche contro altri interessi: è proprio una questione di mentalità, tante volte.
Per quanto riguarda il suo caso personale, come credo avessi già avuto modo di scriverle cautamente in passato (e non solo io, se ricordo bene certi post e discussioni lette), probabilmente sarebbe importante cercare di passare da un atteggiamento di rabbia (o almeno così sembra in questo nostro blog) al vedere anche il bello di quello che ha. Purtroppo nelle sue parole sembra di scorgere una certa forma di depressione … Anche a tante persone che non hanno la scoliosi capita di tornare a casa stanchissimi dal lavoro, anche a persone che non hanno la scoliosi capita di avere dolori, formicolii, disturbi non gravi ma molto fastidiosi e che rendono la vita difficile, con allarmante frequenza pure a fronte di una apparente mancanza di patologia organica (che tra l’altro, invece, lei ha). Però è fondamentale in questi casi reagire e cercare l’aiuto migliore possibile (non quello migliore in assoluto: spesso il meglio è nemico del bene): intendo dire, se non può fare riabilitazione tutto l’anno, però può fare degli esercizi fisici blandi tutto l’anno. Se non può fare idrochinesiterapia tutto l’anno, però può andare da solo in piscina e fare gli esercizi che le sono stati insegnati. Non può essere accolto in un ambiente terapeutico a vita (e guardi, questo riguarda tutte le patologie croniche stabilizzate: anche chi ha avuto un ictus e zoppica e non usa più la mano non può essere trattato tutta la vita, anche chi ha una paralisi cerebrali infantile ed è diventato adulto non può essere in terapia costante – questi sono solo degli esempi di persone con problemi quanto meno paragonabili ai suoi…) ma il “bello” è che, se si accetta che ci si può autocurare anche da soli, i risultati sono migliori che a restare in ambiente terapeutico tutta la vita. Insomma, Antonio, oltre a guardare fuori, le consiglierei di guardare anche dentro di se per utilizzare la forza che lei ha e che si tramuta in rabbia, in qualcosa che le consenta di prendersi carico della sua situazione ed aiutarsi di più. Ascoltando non solo le prescrizioni che le sono state fatte, ma anche i consigli che le sono stati certamente dati su che cosa fare tra un ciclo terapeutico e l’altro. E se non le sono stati dati, li chieda espressamente la prossima volta.
Spero di non avere frainteso tutto, spero di non essere stato troppo invasivo, spero anzi di esserle di aiuto.
Un caro augurio di ogni bene
Stefano Negrini

Commento di AleMB81
Il 06/07/2011 alle 09:20

Cari Dottori,

ho un quesito che vorrei mi aiutaste a risolvere. Come anticipato ho fatto una visita presso un ortopedico ma ho avuto una risposta che non mi aspettavo.
Infatti, durante una visita medica per un’assunzione lavorativa il dottore che mi ha visitato (immagino medico del lavoro), dopo avermi fatto solamente chinare in avanti, mi ha detto che avevo una scoliosi a sua detta “marcata” e che avrei dovuto far nuoto. Non mi ha specificato di andare tuttavia da un ortopedico per una visita più approfondita.
Ho 29 anni e, tra parentesi, ammetto di esser caduto giù dal pero.

Ovviamente ho voluto comunque indagare su questa situazione e mi sono recato da un ortopedico per una visita. Dopo valutazione mi ha detto che non ho assolutamente scoliosi e che al massimo potrei aver un atteggiamento scoliotico. Più specificatamente mi ha fatto i seguenti test:

1) Ha misurato il triangolo della taglia
2) Mi ha fatto mettere con i piedi vicini e le braccia lungo i fianchi e dopo mi ha fatto chinare
3) Mi ha fatto chinare tastando contemporaneamente le ossa più sporgenti del bacino e le braccia
4) Mi ha mosso da un lato e dall’altro il busto facendo si che i piedi rimanessero però sempre fermi
5) Mi ha fatto sdraiare e palpato le costole
6) Mi ha fatto (credo) con un metro il test del filo dalla testa (o li vicino) ai glutei
7) Mi ha misurato la lunghezza dello spazio fra ossa del bacino e un parte del piede per entrambe le gambe

Forse ha fatto qualche altra misurazione delle spalle ma non ricordo sinceramente; premetto che alcune misurazioni sono state fatte con un libricino sotto il piede sinistro.

Mi ha spiegato successivamente che ho un leggero dislivello (<0,5cm) credo nel livello del bacino. Comunque ha escluso categoricamente la presenza di scoliosi in quanto a suo parere non c'è gibbo, non c'è torsione della colonna e da sdraiato non si nota alcuna differenza.

Ovviamente ho pareri medici contrastanti e non so se ora se sentire il parere di un 3° medico. A rigor di logica l’ortopedico dovrebbe aver dato un parere più sensato però come capite non so come muovermi.

Scusate se ho usato termini impropri e comunque utilizzo questo spazio…

Commento di Sabrina Donzelli
Il 07/07/2011 alle 09:36

Gentile AleMB81,
per fare una diagnosi di scoliosi una visita approfondita è sufficiente e quella che lei descrive mi sembra tale. Stia tranquillo se lei stesso non si è mai accorto di nulla significa che non ha sicuramente una scoliosi “marcata”.
Non parlerei di pareri medici contrastanti ma di pareri di specialisti diversi, uno specialista in medicina del lavoro non si occupa tipicamente ed esclusivamente di problematiche della colonna vertebrale, come un ortopedico non si occupa di medicina del lavoro nello specifico, per cui ad ognuno la propria specialità.
La saluto sperando di averla tranquillizzata!
Sabrina Donzelli

Commento di Stefano Negrini
Il 12/07/2011 alle 09:47

Caro AleMB81,
per un adulto il trattamento della scoliosi è completamente diverso da quello dei ragazzi in età di accrescimento, quando la crescita può far peggiorare ed anche di molto una scoliosi anche molto lieve, e quindi le terapie hanno anche un ruolo preventivo determinante.
Per far capire la logica da applicare in un adulto, faccio un esempio: se si ha una febbre di 36,8° ci si cura per cercare di avere una febbre di 36,5° ? No, sino a quando la febbre non supera i 37° non viene neanche considerata febbre, e la si tratta solo se supera abbondantemente questa soglia (se arriva intorno ai 38°).
Lo stesso vale per la scoliosi in età adulta: se hai una curva sotto gli 11°, allora non è neanche scoliosi. Ma se non si superano i 30° allora non va curata, perché non ci sono rischi di salute rilevanti in età adulta. Ovvio che se le cose tendono a peggiorare anche dopo la fine della crescita (ma questo non deve dipendere da una sensazione individuale – è veramente molto fallace, lo dico per esperienza su centinaia di pazienti – ma da una prova radiografica), allora la cosa è diversa ed è utile fare qualcosa. Ma per questo si scende in un dettaglio che va al di là di questo blog e richiede visite personalizzate.
Auguri
Stefano Negrini

Commento di AleMB81
Il 12/07/2011 alle 14:34

Molte grazie Dott. Negrini,
come scritto sopra ho ricevuto una visita completa da un ortopedico qui a — che ha escluso ogni forma di scoliosi. Non so dunque cosa il medico del lavoro abbia visto quando mi sono chinato…mi verrebbe da supporre un gibbo che però – non si sa come – l’ortopedico invece non vede/non ha visto..

Commento di AleMB81
Il 14/07/2011 alle 13:33

Volevo solo aggiungere che tutti i miei dubbi e il motivo per cui mi ero mosso per andare da un ortopedico era il fatto che ho delle costole (quelle vicine allo sterno) che sono più sporgenti e quindi creano come un bozzo rispetto alla parte destra. Sapendo che questo può essere un effetto di “compensazione” dovuto alla rotazione. Ma da quello che ho capito esistono quindi anche costole sporgenti naturalmente asimmetriche.

Commento di lucilla
Il 26/01/2012 alle 15:49

Egregio signor Negrini.. sono stata costretta da piccola a portare un busto rigido e non è stato molto piacevole per il caldo e per la poca possibilitá di movimento… ora mia figlia ha.una scoliosi di 21 gradi e non si è ancora sviluppata.. il corsetto pe lei proposto era costituito da fasce ch imbracano la vita.. qual’è il meno fastidioso?

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