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Il corsetto: una delle più grandi avventure della mia vita

18 aprile, 2025 (10:14) Di: Leonardo

Riportiamo la testimonianza che Leonardo, nostro paziente per 8 anni, ha voluto  condividere al termine del suo percorso terapeutico.

Portare il corsetto è stata una delle più grandi avventure della mia vita, e probabilmente lo sarà anche per voi ragazzi e ragazze che state leggendo le mie parole.
Ero esattamente come voi, non avevo idea di cosa mi aspettasse o di come sarebbe stato, di cosa avrebbero pensato gli altri di me o per quanti anni avrei dovuto tenerlo.

Assillato da queste domande iniziai a cercare una risposta, che potevo trovare solo nelle parole di chi questa strada l’aveva già percorsa.
Non conoscevo nessuno che portasse il corsetto. Penso sia proprio questa una delle cose che rendono più difficile questo percorso, quando lo iniziamo non conosciamo nessuno nella nostra stessa situazione.

Mi imbattei nel blog di ISICO, dove trovai le storie di chi il corsetto lo stava portando o di chi lo aveva già finito di portare, lessi di sfuggita qualche post ma passato qualche minuto tornai alla mia vita normale, dopotutto sarebbero passati altri tre mesi prima di dover davvero mettere questo famigerato corsetto, e avevo l’ estate dei miei 16 anni ad aspettarmi. Alla fine, non c’era motivo di preoccuparsi precocemente. I mesi passarono, rapidi, anche troppo per i miei gusti, e la data del primo collaudo si avvicinava.
Prima di indossarlo non avevo mai realizzato quello che stava davvero succedendo, mi sembrava tutto solo un brutto sogno da cui mi sarei risvegliato a momenti: dover indossare quel pezzo di plastica? Per 21 ore al giorno?

Suonava troppo surreale, eppure era lì davanti a me, fresco di officina, ormai reale e non solo immaginario. Ricordo molto bene. L’ odore che aveva la prima volta che lo indossai, così estraneo: da lì non si tornava più indietro, quello che mi era sembrato solamente un incubo era realtà, era tangibile, aveva un peso, una consistenza ed un odore, non era più solo un brutto pensiero da scacciare prima di addormentarsi.
La prima notte dormii poco e male: era vero che appena indossato questo dannato corsetto spingeva così tanto, i miei muscoli non erano abituati e mi sentivo in gabbia. Eppure, sapevo che dovevo resistere: se me lo fossi tolto in quel momento chissà se lo avrei più rimesso. Tornai sul blog di Isico, questa volta non per 10 minuti ma per ore, nelle parole degli altri trovai la forza per non togliermi il corsetto, vidi come moltissimi ragazzi e ragazze ci fossero già passati, lessi le loro storie ed in esse trovai la forza necessaria per non lasciarmi andare.

Ed eccomi qui, ormai sono 4 mesi che non porto più il corsetto, e voglio rassicurarvi del fatto che questo momento arriverà anche per voi.

I primi tempi saranno i più difficili, non c’è via di scampo, dovete però essere forti e stringere i denti, piano piano imparerete a convivere col corsetto, lo farete vostro, lui prenderà il vostro odore e la vostra schiena la sua forma.
Imparerete nuovamente come mettervi le scarpe o come andare in bici e anche se all’ inizio vi sembrerà frustrante poco dopo vi verrà naturale.
Probabilmente lo dovrete portare a scuola, e capirete come vestirvi perché, per quanto non ci sia assolutamente nulla di cui vergognarsi, lo vorrete nascondere.
Dovrete essere forti, ma soprattutto tenaci, alcuni giorni saranno più difficili e vi verrà voglia di mandare tutto a monte.
Altri giorni saranno più facili, senza intoppi, in alcuni di questi quasi non vi sembrerà nemmeno di averlo addosso. Arriverà l’ estate e dovrete fare delle scelte, sacrificare in parte la vita di prima e trovare un nuovo equilibrio, una vostra dimensione, e quando arriverà settembre vi guarderete indietro pensando a quanto siete stati bravi e a quanto avete dimostrato a voi stessi.
I mesi passeranno e finalmente vedrete i primi risultati del percorso, aspetterete le visite di controllo con ansia perché le ore inizieranno a calare. Vi sentirete più liberi. Piano piano vi abituerete alle ore in più, magari deciderete di stare tutto il pomeriggio senza corsetto o di andare a scuola senza. Quello che prima era un ostile nemico sarà ormai diventato un vostro alleato, e inizierete ad essergli grati, perché non sentite più i dolori di prima e la vostra schiena allo specchio apparirà molto più bella. Arriveranno i primi viaggi col corsetto (un consiglio da “fratello maggiore” è di comprare un borsone abbastanza capiente, in modo da metterci dentro il corsetto ripieno di vestiti) e vedrete che alla fine si può vivere appieno anche portandovi dietro il vostro scomodo amico.

I mesi continueranno a passare e tutto diventerà più facile, piano piano arriverete a metà percorso: 12 ore col corsetto e 12 senza.
A questo punto vi accorgerete quanto siete diventati goffi a portarlo, un pò come i primi giorni, e sorriderete pensando a quanto eravate diventati agili a muovermi con lui quando le ore di libertà si contavano sulle dita di una mano.
E alla fine lo porterete solo di notte, sarete ormai diventati grandi, e ripenserete a quanto vorreste poter parlare al ragazzo o alla ragazza che eravate, a quanto lo vorreste abbracciare, e rassicurare che va tutto bene e che tutto andrà bene.
Intanto i mesi continueranno a passare, e alla fine avrete una data, la data dell’ultima visita.
Tornerete davanti a quel medico che anni fa sembrava aver firmato la vostra condanna ad una pena ingiusta, il suo viso sarà diventato ormai familiare, rassicurante, e alla fine pronuncerà quelle parole che per anni avete sognato e sperato: è finita.

Così per l’ultima volta vi slaccerete le fibbie, appoggerete il corsetto a terra, e realizzerete, realizzerete quanto sono contati tutti i giorni trascorsi a combattere contro voi stessi, quanto siete stati bravi per non avere mai detto basta, per aver retto ogni colpo, perché sarà stato solo grazie a voi. E piangerete, piangerete tanto, ma questa volta saranno lacrime di gioia, di liberazione: ce l’avete fatta.
Ripensando al vostro percorso vi accorgerete poi di quanto avete imparato: l’ importanza del sacrificio e della tenacia verso i vostri obiettivi qualsiasi essi siano.
In molte culture esistono delle forme rituali di passaggio alla vita adulta: servono spesso per superare alcune paure, e in un certo senso rinascere. Vedrete che indosserete il corsetto da bambini e ve lo toglierete da adulti e, quando ve lo toglierete e sarete arrivati in cima a quella montagna che vi sembrava impossibile scalare, potrete ammirare quanto è meravigliosa la vista dalla vetta.

Vi lascio con una frase della mia serie tv preferita, “Una lezione senza dolore non ha senso, semplicemente non esistono. I sacrifici sono necessari: non puoi ottenere nulla senza prima perdere qualcosa. Tuttavia, se riesci a sopportare quel dolore e a superarlo, scoprirai di avere ottenuto un cuore abbastanza forte da superare qualsiasi ostacolo. Sì, un cuore d’acciaio.”

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