Terapia SEAS: 20 minuti quotidiani di esercizi a casa, troppo o troppo poco?
L’organizzazione mondiale per il trattamento conservativo della scoliosi (SOSORT) raccomanda che gli esercizi siano basati sull’autocorrezione, cioè un movimento che cerca di contrastare le curve, stabilizzando questa posizione ed integrandola nella quotidianità [1].
In ISICO abbiamo sviluppato e utilizziamo l’approccio SEAS: gli esercizi prevedono il raggiungimento attivo della posizione di autocorrezione e la ricerca del mantenimento nonostante diverse sfide. Gli esercizi, quindi, hanno l’obiettivo di mettere in difficoltà la tenuta della correzione e il paziente deve stabilizzare la colonna e recuperarla nel caso in cui dovesse perdere il controllo [2]. Pian piano, col procedere della terapia e grazie a questo allenamento continuo, riesce sempre di più a inserire l’autocorrezione nella sua quotidianità, cioè mentre mangia o mentre cammina o mentre fa i compiti…
Quanto tempo bisogna dedicare ogni giorno alla ripetizione degli esercizi? Convenzionalmente 20 minuti quotidiani, sicuramente un impegno importante, soprattutto perché è una terapia che può durare a lungo, anche diversi anni. Si concede un giorno di riposo alla settimana, per cui l’impegno complessivo è di due ore settimanali.
Ci sono genitori che, soprattutto all’inizio, chiedono se si può fare di più di quanto richiesto, ma di solito rispondiamo che bisogna allenare senza stufare. Facciamo un esempio concreto: la preparazione di una maratona, il ragazzo non deve perdere tutte le energie iniziali e poi interrompere la terapia, ma resistere e proseguire fino a una maturità ossea che ci permetta di dire che il rischio di progressione della scoliosi è diminuito.
Per contro, ridurre le tempistiche porterebbe a un periodo davvero troppo esiguo: se pensiamo al tempo trascorso ogni giorno dai nostri ragazzi al cellulare, 20 minuti non sono veramente molti.
Quanto tempo per esercizi in altri approcci (o metodi?) di trattamento per la scoliosi?
In base ai dati attuali, l’altro approccio più utilizzato nel mondo è lo Schroth, nato in Germania. Questo approccio prevede il ricovero in una clinica specializzata per un periodo di 3-4 settimane, dove il paziente esegue ogni giorno sedute da due ore ciascuna, per un corretto apprendimento degli esercizi. Al termine della formazione, ai pazienti viene chiesto di proseguire a casa con gli esercizi appresi e di recarsi in clinica da una a quattro volte al mese per monitorare la corretta esecuzione [3]. In alternativa il paziente può apprendere gli esercizi durante sedute individuali molto ravvicinate con il terapista, della durata di 60/90 minuti, seguite da sessioni settimanali di gruppo di 60 minuti, in combinazione con un programma di esercizi quotidiani a casa di 30-45 minuti [4]. Quindi comunque un impegno ancora maggiore dei 20 minuti richiesti dalla terapia SEAS.
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