Segno di Risser, crescita e scoliosi: facciamo chiarezza
Durante la visita medica e la seduta di fisioterapia vengono prese e annotate sempre molte misure che sfuggono a volte agli occhi di chi è meno esperto.
Al contempo ce ne sono alcune che suscitano sempre interesse sia da parte dei genitori sia dei ragazzi. Una per esempio è l’altezza. Neanche il tempo di avvicinare l’altimetro alla testa del paziente che spesso si sentono nello studio le parole speranzose dei ragazzi: “Sono cresciuto? Quindi posso togliere il corsetto?”
Un’altra informazione che spesso ci viene riferita con fretta durante la valutazione iniziale è l’arrivo del menarca nelle ragazze, con la convinzione da parte dei genitori che la crescita della ragazza si stia arrestando e che di conseguenza sia possibile interrompere il trattamento. Non sempre è così, a volte è proprio quello il momento di massima spinta della malattia e quindi quello in cui fare maggiore attenzione.
Questi sono i principali esempi delle tante informazioni necessarie per capire il momento di crescita dei ragazzi, ma è stato dimostrato che potrebbero non corrispondere al picco di crescita [1] e quindi non essere di aiuto e/o sufficienti nella scelta del percorso terapeutico.
Questi cambiamenti si manifestano come caratteristiche secondarie e quindi la loro presenza può solo suggerire che lo scatto di crescita sia iniziato, ma non il momento esatto in cui ci si trova. Anche la convinzione tramandata di generazione in generazione che le ragazze “sviluppano prima” ha una spiegazione scientifica. Infatti a causa della tempistica del rilascio di testosterone, che è successiva a quella del rilascio di estrogeni, i ragazzi entrano nello scatto di crescita puberale più tardi rispetto alle ragazze. [1]
La gestione della scoliosi richiede una conoscenza della crescita residua e dei tempi della maturità scheletrica, per ottimizzare i risultati del trattamento. È necessaria una previsione accurata del tasso di crescita per indicare quando il rischio di progressione della deformità è maggiore. Al contrario, identificare quando si verifica la cessazione della crescita indica quando le misure preventive possono essere interrotte con un rischio minimo di ulteriore deterioramento della curva. [1]
Sono diversi i metodi per valutare la crescita ossea dei ragazzi, uno di questi è il segno di Risser.
Si può determinare il grado di Risser osservando la radiografia antero-posteriore del rachide. Questo è un vantaggio perché con una sola radiografia è possibile valutare i gradi Cobb, che sono necessari per la diagnosi di scoliosi, e la maturità ossea, riducendo le esposizioni alle radiazioni.
Il grado di Risser è valutato numericamente da 0 a 5 ed è definito dalla quantità di calcificazione presente nell’apofisi iliaca e misura la progressiva ossificazione. Un grado Risser di 0 indica un basso grado di maturità ossea ed è presente dalla nascita alla pubertà. Un grado Risser di 5 significa che l’apofisi iliaca si è fusa con la cresta iliaca dopo l’ossificazione al 100% ed è presente negli adulti [2].
Il passaggio da Risser 0 a Risser 5 non dobbiamo immaginarlo come una marcia continua e costante di cui si conoscono i tempi e la velocità. Al contrario, la velocità di crescita dei ragazzi è diversa a seconda delle varie fasi, ci sono dei momenti di stallo, altri in cui corre velocissima e altri in cui rallenta.
Il momento più importante per la crescita e per capire l’andamento della scoliosi è quello che corrisponde alla spinta puberale, dove la malattia riesce a cambiare la forma di una schiena anche nel giro di poche settimane. La valutazione della maturità ossea in questa fase corrisponde al passaggio tra Risser 0 e il completarsi del Risser 1.
Raggiunto il Risser 2 e fino al completarsi del Risser 3 la spinta rallenta, ma non permette comunque di abbassare la guardia con la terapia. Infatti è necessario che un paziente con scoliosi rimanga ancora in trattamento.
C’è una gradualità nel terminare la terapia che corrisponde alla progressione del Risser.Una volta raggiunto Risser 5 e quindi la piena maturità ossea è possibile interrompere la terapia in piena sicurezza e senza la paura di poter perdere parte del risultato ottenuto con grande sforzo.
La classificazione di Risser anche se di poco, però può cambiare in base a quale parte del mondo ci si trova. Infatti c’è differenza tra la lettura europea e quella americana. In Europa si tende a leggere il grado di Risser in maniera più prudente e quindi solo quando si raggiungono determinati accrescimenti ossei si passa da una fase all’altra. La lettura americana invece tende a passare prima alla fase successiva.
Un altro metodo per la valutazione della maturità ossea è la classificazione di Sanders. La classificazione di Sanders si divide in 8 fasi e si basa sulla valutazione dell’accrescimento osseo della mano [3]. Secondo alcuni studi risulta essere più precisa della classificazione di Risser, questo perché c’è una sensibilità maggiore della stadiazione durante la velocità di crescita massima e quindi in alcuni momenti particolari della crescita risulta essere più affidabile [4]. Il problema della classificazione di Sanders è che è necessaria un’ulteriore radiografia alla mano per poterla valutare e quindi si dovrebbe esporre il paziente ad altre radiazioni.
Tutte queste informazioni ci fanno capire come valutare la crescita residua sia fondamentale, ma nello stesso momento come sia di difficile interpretazione.
Ogni specialista può usare la classificazione che preferisce o quella che risulta di più facile individuazione rispetto alla propria esperienza per valutare il momento di picco di crescita dei ragazzi. L’importante è la capacità di riuscire a interpretare tutti i dati a raccolti e che vengono messi a disposizione dalle radiografie e dai pazienti, per ottimizzare i tempi e i risultati della terapia.
[1] – Managing the Pediatric Spine: Growth Assessment
[2] – Adolescent idiopathic scoliosis: radiologic decision-making
Commenti
Commento di ROBERTA
Il 07/04/2022 alle 17:27 Per Emanuela, purtroppo anche mia figlia suona il violino. |
Commento di Martina Poggio
Il 12/04/2022 alle 13:55 Buongiorno Emanuela, |
Commento di Francesca
Il 28/09/2022 alle 16:19 Buongiorno una domanda un risser alto indica che mio figlio non crescerà più in altezza? Grazie |
Commento di Sara Rossi Raccagni
Il 04/07/2024 alle 08:05 Gentile Alessandra, Mi fa piacere siate riusciti a fare presto una visita medica specialistica. É normale provare sconforto inizialmente, ma proprio come scrive è necessario raccogliere tutte le forze per reagire e, le assicuro, i ragazzi (anche piccini) ne hanno molte e anche inaspettate! |
Commento di Josephine
Il 15/07/2024 alle 10:52 Grazie mille Dottoressa, mi ha sollevato di molto l’umore! |
Commento di alessandra
Il 31/07/2024 alle 19:47 C’è qualcuno che ha esperienze di corsetto artbrace? |
Commento di Bruno Leonelli
Il 26/09/2024 alle 09:21 Salve, Tra gli obiettivi che si pone il trattamento c’è il cercare di non superare alcuni limiti in termini di gradi Cobb, come per esempio rimanere ragionevolmente lontano dai 30° alla fine della crescita, come viene riportato in letteratura nelle Linee Guida del 2016 stilate dal SOSORT, in quanto consente di mantenere una stabilità della colonna anche durante la vita adulta. Quindi la stabilità della colonna a distanza di un anno dall’ultimo controllo radiografico può essere interpretata anche come un buon risultato, da mantenere fino alla fine del trattamento. Come vi è stato consigliato, è fondamentale associare all’indossamento del corsetto degli esercizi specifici per la scoliosi, che prevedano l’impostazione dell’autocorrezione, un movimento che insegni a sua figlia a sostenere attivamente la sua schiena e che le permetta di avere una migliore percezione della propria postura. Per quanto riguardo lo “slivellamento delle ali iliache”, l’aumento o la riduzione di questa misura non ha a che fare con la scoliosi, non è un peggioramento o un miglioramento, può dipendere da vari fattori come per esempio una possibile variazione di lunghezza degli arti inferiori, oppure una rotazione del bacino, o ancora può essere legato a una postura momentanea assunta durante la radiografia o infine ad altri fattori poco rilevanti. In generale 2 mm sono una differenza minima tra una misurazione e l’altra per cui non bisogna considerarla significativa. |
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Il 19/01/2022 alle 08:51
Buongiorno, mio figlio ha 16 anni. Da un mese sta portando il busto Lionese 22/23 ore al giorno (lo toglie per fare ginnastica). La sua scoliosi è di 43° toracica dx e 36° lombare sx. Il test di Risser è pari al 60-70%. Vorrei sapere se potrebbe avere dei miglioramenti oppure vista la sua età e il suo grado di ossificazione può solo sperare di stabilizzare la situazione. Grazie.