Il generale di ferro con il cuore costretto dal corsetto
La terapia per combattere la scoliosi è una guerra.
I nostri ragazzi devono trasformarsi in guerrieri, spesso feriti dalla loro principale arma: il corsetto.
Riuscire a contrastare l’evoluzione della scoliosi attraverso la terapia conservativa comporta un lungo percorso.
Il corsetto, che diventa il miglior alleato per sconfiggere la malattia, fa a pugni con tutto quello che riguarda un ragazzo in crescita.
Nei bimbi perché limita la normale motricità, linfa vitale di crescita.
Negli adolescenti, dove la fiducia in sé stessi e lo sviluppo della propria identità sono soprattutto il frutto di un confronto con il mondo che li circonda, indossare il corsetto diventa estremamente difficile.
I ragazzi quasi naturalmente ostentano sicurezza, tanto che pur rimanendo una terapia molto faticosa, il percorso non impedisce loro di trascorrere la vita senza grandi contraccolpi se non il fastidio fisico del “pezzo di plastica” .
Eppure il percorso si trasforma in una vera e propria battaglia. E come in tutte le battaglie la strategia è fondamentale. C’è lungo il percorso un supporto fondamentale. La mamma, una sorta di generale in ombra.
Ricordo un giorno in cui la mamma di una paziente, in un momento di discussione con la figlia, mi disse” Un giorno quando tutto sarà finito, scriverò un libro: le mamme dei ragazzi corsettati. “
Indubbiamente la battaglia è dei ragazzi, ma le mamme ne vivono a loro volta una propria.
Se i ragazzi devono imparare a coniugare vita e corsetto (binomio scomodo!), le mamme devono riuscire ad associare cuore e guerra.
Una mamma è spesso rifugio nelle difficoltà, forte e determinata per trasmettere energia e resistenza.
L’istinto porta una mamma a voler togliere il corsetto al proprio cucciolo a morsi; se potesse sostituirsi indosserebbe sette corsetti pur di non far vivere questa situazione al proprio figlio. E anche se in cuor suo prova ansia,deve trasmettere quella determinazione che porterà i ragazzi ad accettare il corsetto, infondendo loro la sicurezza necessaria per affrontare questa prima grande sfida della vita.
La natura insegna come la mamma costringa il proprio cucciolo a lanciarsi nelle sfide della vita con caparbietà quando ritiene sia giunto il momento, permettendo così ai piccoli di crescere forti ed indipendenti. Allo stesso modo la mamma del cucciolo d’uomo, di fronte ad una malattia come la scoliosi, pur dilaniata dall’innaturale scelta di costringere e limitare il proprio figlio, sceglie di essere dura e forte nell’insegnare al proprio piccolo a vivere a testa alta, anche quando la vita sembra ingiusta e mette così presto alla prova.
Queste sono le mamme generali, capaci di essere rifugio ma anche decise perché sanno che la strategia migliore è quella di rendere forti i loro figli. Sanno che il figlio potrà cadere ma troverà asilo, consolazione e forza di rimettersi in piedi.
E poi nn bel giorno non si cade più: allora sarà nato un giovane guerriero capace di affrontare la battaglia e farne tesoro per il futuro.
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