La scoliosi: da sempre la mia miglior amica-nemica
Abbiamo chiesto a una campionessa mondiale ed ex capitano della squadra nazionale olimpica di ritmica, Marta Pagnini, di scrivere della sua esperienza. Un racconto di forza e coraggio che vuole essere un augurio per tutti i nostri pazienti e una spinta ad affrontare la scoliosi con determinazione nonostante le difficoltà.
Una testimonianza speciale che diventa anche il nostro miglior augurio di Buon Natale e felice 2020!
La scoliosi: da sempre la mia miglior amica-nemica di Marta Pagnini
Ci siamo conosciute quando avevo circa 12 anni, all’epoca non la sentivo nemmeno, sapevo di averla ma non la consideravo affatto un problema o un ostacolo.
Col tempo le cose sono cambiate, come accade spesso e volentieri nella vita. La mia schiena ha subito un repentino cambiamento in concomitanza con la mia crescita, più o meno a 16/17 anni.
In quel periodo mi ero trasferita. Ero entrata a far parte della squadra nazionale di ginnastica ritmica: avevo lasciato la mia famiglia e il mio mondo per trasferirmi a Desio, in Brianza, dove condividevo una stanza doppia di hotel con una mia compagna di squadra che diventò presto come una sorella.
La squadra sostituisce tutti i tuoi affetti perché è tutto ciò che hai: mangi, dormi, ti alleni e vai scuola con le tue compagne. Con loro ridi, piangi, ti lamenti, ti arrabbi e ti confidi.
Ricordo di aver avuto tanti infortuni di diversa entità, ho subito anche due operazioni alle ginocchia. Di sicuro non consideravo la mia schiena qualcosa di cui preoccuparmi troppo, non mi sono mai sentita diversa dalle altre e non avevo nessuna intenzione di farmi trattare da tale. Ignoravo la maggior parte delle volte anche le mie esigenze: di riposo, di differenziazione del lavoro in palestra, di trattamento.
Per fortuna esistono i medici! Mi costrinsero ad accorgermi della mia amica-nemica e mi dissero che non potevo fare finta di niente: dovevo prendermene cura. Morale della favola: senza corsetto non potevo più fare ginnastica a quel livello.
Sembra facile, ma non lo è stato affatto!
Avevo 18 anni, era piena estate, mi allenavo 8 ore al giorno lontano da casa ed ero in ritiro con la squadra mentre le mie amiche d’infanzia si diplomavano e avevano i primi fidanzatini durante le meritate vacanze. In tutto ciò dovevo anche mettere il busto alla schiena.
In quel momento sentii di essere particolarmente sfortunata, eppure non ci ho pensato due volte e ho accettato: la ginnastica era una passione troppo grande per essere fermata dalla scoliosi. Avevo tanti sogni e le Olimpiadi erano un traguardo che dovevo raggiungere a tutti costi.
Mi sono armata di pazienza e ho iniziato a indossare il corsetto che pian pianino divenne il mio guscio e mi accompagnò a tutte le gare fino alle ultime olimpiadi di Rio 2016.
Le ginnaste partono sempre con le cose più importanti nel bagaglio a mano: i body di gara, le scarpette, gli attrezzi. Io ricordo che avevo comprato un trolley lungo come il corsetto: era la prima cosa che mettevo dentro e poi ci incastravo il resto, chiudevo la cinghia superiore come fosse il laccio tipico della valigia, ed ecco fatto!
Lo tenevo sempre, tranne quando mi allenavo, oramai era parte di me e mi sentivo scoperta se dormivo senza. Non me ne sono mai vergognata!
Tutte queste cose mi sembravano banali e scontate mentre le facevo ma ora mi rendo conto di quanto mi abbiano insegnato.
Dico sempre che la scoliosi è un handicap invisibile e, in effetti, è vero.
Chi non ha questa patologia non capirà mai cosa si prova. Cose banali come lo stare in piedi, il voltarsi a destra piuttosto che a sinistra, la necessità di flettersi “controcurva” di tanto in tanto o di distendere la colonna appendendosi da qualche parte.
Chi sarei io senza tutto quello che ho passato a causa di questa patologia?
Sicuramente non la stessa persona.
Ho combattuto tanto e senza sosta e continuo a farlo. Se un giorno non faccio gli esercizi mi sento già di mancare di rispetto a me stessa: sono oramai fondamentali!
Le medaglie che ho vinto le ho conquistate anche grazie alla tenacia che ho conseguito lottando contro questa patologia e sono grata a chi mi ha seguita e mi ha permesso di arrivare al vertice senza rinunciare ai miei sogni!
So che la mia amica-nemica non mi abbandonerà mai. E’ meraviglioso e spaventoso allo stesso tempo. Se lo sport mi ha insegnato che nulla è impossibile se lo vuoi davvero, la mia scoliosi me lo ha ampiamente confermato.
Commenti
Commento di Federica
Il 04/01/2020 alle 22:58 In passato, ho già scritto.Monica anche io ho portato il busto da 12 anni fino a 18,risultato scoliosi 75 e 70 gradi. |
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Il 18/12/2019 alle 19:22
Fantastica i miei complimenti di cuore e la mia stima