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Terapia: non mollare mai!

19 aprile, 2017 (11:46) Di: Sabrina Donzelli

La terapia con corsetto è faticosa, dura anni. Esaurire le energie, perdere la motivazione sono rischi reali in un percorso lungo e impegnativo come questo.

Chi non sa cosa significhi vestirsi di plastica per anni, potrebbe anche pensare che, quando l’indossamento si riduce a 12 ore, è tutto facile. Dopo averlo portato 23 ore cosa sarà mai metterlo solo in casa e per una notte un pochino più lunga?

E’ vero: certamente è più facile portare un corsetto a tempo parziale che non a tempo pieno! Tuttavia c’è anche la stanchezza di anni di terapia a gravare. Insomma, a un certo punto, non se ne può più di adattamenti! E solo l’idea di dover metter in valigia il corsetto per portarselo all’ultima gita scolastica della propria vita può essere davvero troppo!

Anche qui però si tratta di prospettive, punti di vista. E allora vi chiediamo, ancora una volta, di guardare le cose da un’altra prospettiva.

Considerate la fatica per arrivare fino a qui: avete fatto la maratona più dura della vostra vista, il mountain-trail più estremo, siete quasi al traguardo e siete i primi, non avete più avversari dietro di voi, se non molto lontano. Fermarsi vorrebbe dire perdere tutto, nemmeno il podio. Tutta la fatica di anni buttata!

Sappiamo, grazie a più di 30 anni di esperienza, che il passaggio da 12-16 ore a 0 fa crollare la schiena e buona parte del risultato va perso. La schiena ha bisogno di una dismissione lenta e graduale, per non crollare. La schiena ha bisogno degli esercizi per migliorare il supporto, ma se la riduzione delle ore di corsetto supera le 2 ore per volta, gli esercizi potrebbe diventare insufficienti.

Uso il condizionale e parlo di rischi: non abbiamo certezze. Ogni caso è a sé, perché la scoliosi è sempre diversa, perché i fattori in gioco sono molteplici: c’è la rigidità della colonna correlata con la scoliosi stessa o acquisita grazie al corsetto. C’è la forza muscolare e le leve più o meno svantaggiose con cui i muscoli lavorano. C’è la mobilità e la lassità della colonna. C’è la tipologia delle curve, la meccanica delle curve, l’effetto della forza di gravità, l’entità delle singole pendenze di ogni curva, del gibbo e molti, molti altri fattori.

Ci sono molte incognite, ma anche certezze: la fatica fatta per arrivare fino qui e il risultato ottenuto fino ad ora, se ci concentriamo su questo e solo su questo perché rischiare di perdere tutto?

 

Commenti

Commento di mario
Il 20/04/2017 alle 08:40

Mio figlio ha quasi 14 anni e ha il dorso curvo. Gli è stato prescritto busto tipo lionese che non riesce a tenere per la forte pressione sullo sterno che si infiamma eccessivamente. È stato modificato più volte con scarsi ridultati. Si potrebbero usare corsetti in stoffa? Grazie.

Commento di Alessandra Negrini
Il 08/05/2017 alle 12:30

Gentile Mario,
il corsetto non deve provocare dolori e infiammazioni. Dove preme di più è normale che la pelle si arrossi, ma la zona non deve essere dolente.
Tenga presente che i ragazzi devono sforzarsi di sostenere la colonna anche all’interno del corsetto: se suo figlio si lascia andare e tende a piegarsi all’interno del corsetto, si scontra con l’appoggio sternale. Lo sforzo di sostenere la schiena pur avendo indosso il corsetto è essenziale, per abituare i ragazzi a cercare di stare diritti anche quando non lo indosseranno più: se il corsetto lavora in modo totalmente passivo, è probabile che una volta libero suo figlio torni a piegarsi come prima. Non solo, il corsetto corregge la posizione della schiena arrivando fino all’altezza delle scapole, ma spesso chi ha problemi di ipercifosi dorsale tende a piegare in avanti anche la parte dorsale più alta e a spingere la testa in avanti. Queste parti possono essere corrette solo con l’intervento volontario del ragazzo, per non dover ricorrere a fastidiosissimi, inestetici e poco tollerabili appoggi per il mento.
L’efficacia dei corsetti in stoffa non è mai stata testata. La nostra impressione è che mentre il corsetto rigido obbliga i ragazzi a mantenere una posizione corretta, con un corsetto di stoffa loro possano comunque tornare a incurvarsi in avanti, perchè essendo elastico li invita a sostenere la colonna, ma non li forza a stabilizzare questo sostegno.
Un’alternativa possibile è quella di ricorrere a un tipo di corsetto diverso, sempre rigido ma che non prema sullo sterno. I corsetti che usiamo in ISICO per la terapia del dorso curvo hanno dei pressori che si appoggiano tra le spalle e le clavicole. Ma anche a quel livello, se i ragazzi rimangono incurvati in avanti la zona si arrossa e può diventare dolente.
Non vi arrendete perchè il dorso curvo, se pronunciato e rigido, deve essere trattato durante la crescita, per prevenire problemi nella vita futura.
La saluto
Alessandra Negrini

Commento di Flavia
Il 09/05/2017 alle 07:30

Salve mia figlia ha compiuto 12 anni a gennaio, abbiamo appena scoperto la sua scoliosi dorso lombare, dorso con 42°
Dovrà usare il corsetto lionese per 23/24 ore.. Siamo perplessi e spaventati
Lei ha delle gite, insomma, non so come fare per non sconvolgere così tanto la Sua vita..
Cosa può fare con il corsetto? Sport? Può andare al parco avventura con il. Corsetto oppure deve togliere? Ci sono cose che senza il corsetto non potrebbe fare? Ho tante domande al suo dottore, ma ho voluto fare lo stesso a voi. Non trovo su internet un blog dedicato. Mi sento un po’ sola.
Aiutatemi

Commento di Martina
Il 10/05/2017 alle 15:14

Il mio è il terzo anno di corsetto, avevo 17° ma ora ne ho solo due. Con il corsetto ho fatto molte cose che sembrerebbero impossibili: ho giocato a calcio, saltato alla corda, giocato con il pallone…puoi fare qualsiasi cosa basta solo stare attenti perché potresti farti male. Comunque puoi andare dove vuoi e fare quello che desideri

Commento di Alessandra Negrini
Il 11/05/2017 alle 15:10

Gentile Flavia,
l’arrivo del corsetto non sconvolgerà la vita di sua figlia. Passati i primi giorni, necessari per abituarsi, scoprirà di poter far tutto come prima. Riuscirà ad andare in gita, fare sport, andare ai parchi avventura… E nella sua ora di libertà dal corsetto nulla è vietato. Trovate tutti i dettagli nei consigli di ISICO per l’uso del corsetto.
Concentratevi sull’avversario da sconfiggere, la scoliosi, e tranquillizzatevi riguardo all’arma che sua figlia userà per vincere la sua battaglia: il corsetto.
Vi saluto
Alessandra Negrini

Commento di Roberta
Il 29/01/2019 alle 13:17

Buongiorno a tutti,
Ho scritto più volte di recente in questo blog ed è veramente bello confrontarci.leggendo alcuni messaggi però mi sono accorta di una cosa. Vedo che molti medici hanno fatto anche una misurazione dell’altezza e delle misure dei piccoli pazienti e mi rendo conto che il.medico che ha in cura mia figlia non ha fatto tale misurazione.
Mia figlia porta il corsetto da una settimana , avendo 10 anni credo che in questo periodo allargherà molto ( tra le altre cose sabata gli è arrivato anche il menarca)
Il dott ha prescritto un altra visita con radiografie tra sei mesi.
Volevo sapere se è un tempo troppo lungo. E come facciamo a confrontare l’altezza visto che il.medico non l’ha misurata?
Io so che è alta 1,56 ma è una mia indicazione.
Chiedo ad un medico di rispondermi.
Un abbraccio a tutti

Commento di Roberta
Il 29/01/2019 alle 13:19

Ps: volevo scrivere allunghera

Commento di Valentina Premoli
Il 04/02/2019 alle 13:05

Buongiorno
le misurazioni cliniche nel monitoraggio della scoliosi sono molto importanti, così come la misurazione delle radiografie. Tali misurazioni sono diverse (gibbi, frecce, rigidità…) e comprendo anche l’altezza, che ci fa capire l’avvicinarsi della spinta puberale o meno e quindi il rischio di evoluzione della scoliosi. Sarebbe importante prenderle tutte ad ogni visita in modo da poterle confrontare.
L’intervallo di tempo tra una visita e l’altra di 5-6 mesi è adeguato, sarà il medico a ridurlo nel caso ritenga sia necessario monitorare la situazione a più stretto giro.

Cordialmente
Valentina Premoli

Commento di Roberta
Il 04/02/2019 alle 13:15

Grazie infinite per la sua risposta.
Adesso mi è chiaro.
Saluti da Roberta

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