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CAD-CAM Vs CALCO GESSATO

7 novembre, 2016 (14:13) Di: Salvatore Minnella

CAD-CAM o calco in gesso, termini conosciuti per chi ha già avuto a che fare con la costruzione del proprio corsetto.

I due termini descrivono le procedure attualmente a disposizione del tecnico ortopedico, per costruire un corsetto utile nel trattamento di una deformità vertebrale (scoliosi o ipercifosi che sia).

La prima nata tra le due è il calco in gesso. Questa metodica si basa su diversi step: si comincia con l’ottenere un modello del torace del paziente mediante un gesso, realizzato con bende gessate posizionate sul paziente stesso. In seguito si ricava un modello del tronco (il cosiddetto “positivo”), riempiendo il gesso con del materiale che, una volta solidificato, riproduce il tronco del paziente. Il modello positivo così ottenuto viene poi corretto manualmente, togliendo o aggiungendo materiale in determinate aree, che rappresentano specifiche zone del corpo del paziente da correggere con l’azione dell’ortesi. Ultimo step risulta quello di costruire il corsetto vero e proprio su questo modello positivo, tramite la termo-modellatura di un foglio di plastica.

Il CAD-CAM è invece la procedura più recente: l’acronimo significa “sistemi software per la progettazione assistita da computer ” (Computer-Aided Design, CAD) e “fabbricazione assistita dal computer” (Computer-Aided Manufacturing, CAM). Presentata per la prima volta al congresso mondiale di protesica ed ortesica nel 1983 a Londra, ha sempre più preso piede tra gli addetti ai lavori nei laboratori ortopedici.
Il processo di realizzazione cambia molto: il primo passo è costituito dalla scannerizzazione del tronco del paziente con un laser che percorre la superficie del corpo e, collegato a un software apposito, consente di ricostruire su pc la superficie tridimensionale del tronco. A questo punto il tecnico ortopedico invece di stilizzare il positivo come nel caso del gesso (quando cioè “toglieva e aggiungeva materiale” al modello del tronco), lavora direttamente nel sw modellando la superficie in modo virtuale (CAD). Il modello così realizzato viene poi inviato a una fresa gestita dal software stesso che, fresando blocchi di materiale (CAM), ottiene il modello finale del tronco (il “positivo”), su cui infine realizzare l’ortesi ancora con la termo-modellazione di fogli di plastica.

Alcuni studi negli ultimi dieci anni hanno tentato di confrontare le due metodiche per cercare di evidenziare eventuali differenze in termini di efficacia.

I risultati ci portano a dire che non vi sono differenze significative in termini di efficacia correttiva tra un’ortesi realizzata con metodica CAD-CAM e una realizzata mediante calco in gesso, purché il tecnico ortopedico abbia la competenza ed esperienza necessarie con l’una o l’altra tecnica.

In particolare sottolineiamo alcuni aspetti emersi in due studi, entrambi del 2005. Il primo ha messo in evidenza come, pur non essendoci differenze in termini di efficacia, la metodica CAD-CAM risulta sicuramente più utile in termini di risparmio di tempo per il tecnico ortopedico: circa un terzo quello impiegato con la tecnologia computer assistita, rispetto al tradizionale calco in gesso, per realizzare l’ortesi finale.

Parte del tempo risparmiato può dunque essere impiegato dal tecnico ortopedico nel counselling e nell’educazione del paziente, che si appresta ad indossare tale ortesi.

Il secondo di questi studi è andato invece maggiormente nel dettaglio del giudizio delle ortesi realizzate sullo stesso campione di pazienti con entrambe le tecnologie, utilizzando tre importanti criteri: miglioramento delle curve scoliotiche sul piano frontale, sul piano laterale (valutate radiograficamente) e vestibilità in termini di comfort riferito dai pazienti. In tutti e tre i criteri adottati non sono state rilevate differenze significative tra le due metodiche.

Seppur con alcuni limiti dunque, relativi alla non eccezionale qualità degli studi condotti finora, la scienza ci dice che la metodica di costruzione del corsetto non è l’elemento fondamentale di cui preoccuparsi rispetto all’officina ortopedica a cui ci si rivolge, quanto piuttosto la competenza e l’esperienza del tecnico ortopedico, e il suo pieno inserimento nel team ortopedico con il medico ed il fisioterapista, con i quali deve collaborare con continuità.

Ricordiamoci infine di armarci di maggior pazienza se dobbiamo fare il calco in gesso perché occorrerà più tempo.

 

 

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