From Italy with passion (Dall’Italia con passione)
La formazione è una delle attività specifiche di ISICO: rappresenta, assieme alla pratica clinica e alla ricerca scientifica, uno dei tre pilastri fondamentali del nostro Istituto.
Chi ha fondato ISICO aveva in mente uno scopo semplice ma duplice:
– fornire ai professionisti che si occupano di patologie della colonna vertebrali le nozioni teoriche e pratiche per l’utilizzo di un approccio innovativo per il trattamento non chirurgico delle patologie di questa delicata porzione del nostro corpo
– informare e aggiornare costantemente i professionisti su tutti i nuovi dati della letteratura scientifica per orientarne la mentalità alla pragmatica e moderna visione legata all’evidenza e alle prove.
All’inizio della nostra avventura questa attività era circoscritta ai confini nazionali, ma molto rapidamente, grazie alla sua presenza costante nei congressi internazionali e sulle pagine dei giornali scientifici di settore, l’interesse per ISICO e il suo approccio ha contagiato sempre di più anche i professionisti stranieri.
Ho avuto la fortuna di far parte del motore trainante di ISICO, dedicando una porzione sempre maggiore di tempo a questa attività: in particolare mi sono concentrato sull’utilizzo degli esercizi specifici per il trattamento delle deviazioni della colonna vertebrale, un campo dove ISICO assume una posizione di rilievo internazionale nella cerchia ristretta di chi insegna tecniche simili.
Progressivamente i contatti sono aumentati così come i corsi organizzati all’estero, tanto che ho potuto rendere sempre più strutturata un’esperienza che raramente nella mia professione si ha la fortuna di maturare.
Quali sono le sensazioni più forti che quest’attività mi regala?
In prima battuta, l’orgoglio. ISICO è una delle poche realtà italiane che “esporta” un approccio sanitario nel resto del mondo. Noi italiani abbiamo sempre convissuto con una, neanche troppo latente, mentalità esterofila che attribuisce automaticamente più fiducia e maggior convincimento nelle capacità di un professionista sanitario il cui cognome non finisce con una vocale.
E questo orgoglio deriva dall’apprezzamento che i miei colleghi mi dichiarano regolarmente rispetto all’efficacia del metodo di lavoro che cerco di insegnargli e che si distingue per la praticità di utilizzo e la possibilità di insegnare ai pazienti un metodo di esercizi che non prevede nessuno strumento particolare e neanche l’obbligatoria presenza dell’istruttore, escluso, naturalmente, il momento dell’apprendimento.
Un aspetto, questo, che ha entusiasmato soprattutto i colleghi che lavorano in alcune aree, come l’India e il Brasile, dove la povertà e la poca disponibilità, in termini di numeri e di operatori esperti, non permettono a molti bambini di avvicinarsi al trattamento di queste patologie.
Orgoglio tanto, ma non solo. Il trattamento non chirurgico della scoliosi, anche nei paesi ricchi e industrializzati del pianeta, è una materia sostanzialmente poco conosciuta e questo mi ha solleticato un sempre più pressante sentimento di dovere morale per l’insegnamento di un approccio efficace, dove questo non è usato.
L’insegnamento a tanti colleghi diversi che vivono e lavorano in paesi così lontani (vi sto scrivendo da Hong Kong) naturalmente crea, a volte, qualche comica incomprensione.
Proprio in occasione di quest’ultimo corso, avevo preparato una delle diapositive di una relazione dove campeggiava, a caratteri cubitali, il numero “4”.
Lo scopo era quello di sottolineare che, rispetto a un particolare aspetto che spiegavo, vi erano quattro possibili opzioni e che la quarta era da preferire.
Con un certo stupore ho notato una notevole freddezza nell’uditorio e ho chiesto di farmi partecipe del motivo del loro disaccordo.
Dopo un veloce scambio di occhiate con i colleghi, uno dei partecipanti del corso ha preso la parola e mi ha spiegato che la loro contrarietà era dovuta al Feng Shui.
Il Feng Shui è una seguitissima disciplina che insegna a interpretare e regolare il mondo che ci circonda, per focalizzare correttamente le energie positive e proteggersi da quelle negative, di gran voga in questa parte dell’Asia.
Il numero “4” in cantonese, che è la lingua usata nel sud della Cina, assomiglia troppo al termine “morte” e quindi la cifra non viene usata neanche per la successione dei numeri civici degli edifici.
Mentre si scusavano per questa superstizione, ho ringraziato per aver condiviso questa curiosità senza avere il coraggio di confessare che nel nostro evoluto occidente, a seconda dei meridiani facciamo anche peggio se dobbiamo utilizzare, in una regolare numerazione, il povero “17” o il “13” .
Per saperne di più dei nostri corsi SEAS all’estero
Commenti
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Il 06/05/2016 alle 23:56
Salve dottore sono la mamma di Miriam Esposito di Sorrento!È stata in cura da voi alla isico ha portato lo spinecor per 4 anni e lo ha tolto da due anni…due giorni fa ha avuto un incidente col motorino riportando trauma cervicale le hanno dato un collare per dieci giorni e poi deve andare a controllo per caso può dirmi se può avere ripercussioni sulla schiena…dato che si lamenta con mal di schiena GRZ! E GRZ di tutta la disponibilità , gentilezza