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Storti o diritti?

24 febbraio, 2016 (12:22) Di: Alessandra Negrini

Quando un ragazzo scopre di avere la scoliosi e vede la propria radiografia, ha un piccolo choc: quella non può essere la sua schiena perché lui è diritto!
Il secondo choc è quando si osserva allo specchio e vede che davvero qualcosa non va, che i fianchi non sono simmetrici, che le spalle non sono alla stessa altezza e che l’immagine della radiografia è confermata dalle asimmetrie estetiche del suo corpo.

L’ennesima sorpresa quando per la prima volta impara i movimenti che servono a “raddrizzare” il più possibile la sua schiena: osserva la sua immagine riflessa nello specchio e vede che così effettivamente è più diritto, eppure, appena chiude gli occhi e azzera le informazioni che arrivano dallo specchio, continua a sentirsi diritto quando è storto e storto quando è diritto!

Uno degli obiettivi principali dell’apprendimento del movimento di autocorrezione (il movimento che riduce la scoliosi agendo nei 3 piani dello spazio), della sua ripetizione e del suo mantenimento durante tutti gli esercizi specifici per la scoliosi, è proprio questo: ripetendolo 10, 100, 1000 e più volte nel corso della terapia, spesso con uno specchio che rimanda un’immagine positiva ad ogni esecuzione, di giorno in giorno si creerà una nuova consapevolezza.

Il problema è che finchè il ragazzo continua a sentirsi diritto quando diritto non è, anche se trascorre la maggior parte della giornata in un corsetto che lo mantiene passivamente in correzione, nelle ore di libertà dal corsetto e in futuro quando avrà finito la terapia, riprenderà a cedere in direzione delle sue curve. Potrà anche avere dei muscoli fortissimi, ma in fondo i muscoli sono soli degli “stupidi esecutori”, è il cervello che li comanda, ed è sul cervello che dobbiamo agire.
Ci accorgiamo che il miracolo è avvenuto quando i ragazzi ci dicono che iniziano a provare fastidio quando cedono nella direzione in cui li spinge la scoliosi, che si sentono a posto e a loro agio solo quando mantengono una postura corretta.

Ce l’abbiamo fatta! Si sentono diritti quando davvero lo sono!

Commenti

Commento di patrizia
Il 29/02/2016 alle 22:21

Molto interessante e bello questo articolo! Da scoliotica cresciuta discretamente senza busti e corsetti, ma con la volontà di educare se stessa ad una corretta postura, mi ci ritrovo !!

Commento di Luigi
Il 16/03/2016 alle 20:38

Quando ci si accorge di avere una scoliosi e sia le lastre che il fisiatra lo confermano,tutta la famiglia deve collaborare con il paziente.Bisogna dargli forza,coraggio e determinazione per affrontare la malattia.Se la terapia è il corsetto,bisogna rimboccarsi le maniche e affrontare questa sfida,come se per tornare a casa dobbiamo affrontare una lunga salita e noi siamo molto stanchi,buttarci in terra non risolviamo nulla..quindi dobbiamo trovare il coraggio e la forza di camminare e passo dopo passo ritornare a casa.Questo sta succedendo a mia figlia, poco più di 3 anni fa scoprimmo che aveva una scoliosi lombosacrale di circa 20 gradi con gibbo 6,le fu prescritto il corsetto che ha portato da subito con determinazione ,ad oggi di corsetti ne ha cambiato 3 ,attualmente lo mette solo notturno,si è abituata benissimo a dormire già da subito .attualmente ha 6 gradi di scoliosi e gibbo assente ,ha leggermente una spalla più alta dell’altra per questo indossa ancora il corsetto,ma la salita è finita e la porta di casa è quasi vicina….

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