Obiettivo schiena dritta ?
Paola ha la scoliosi: la sua schiena è ritorta su se stessa. Deve indossare un corsetto, un bel vestito di plastica da mettere per qualche anno. Per quale motivo?
Ovvio raddrizzarla!
La logica porta a pensare proprio questo! Tuttavia la logica non va molto d’accordo con la medicina.
Lo stesso meccanismo logico porta molti a pensare che l’intervento chirurgico sia in grado di cancellare il problema della scoliosi, ma in pratica con l’intervento chirurgico la curva scoliotica viene fissata con viti e bulloni, bloccata, in modo da evitare il peggioramento. A volte il chirurgo riesce anche a raddrizzare quasi la colonna, ma una colonna bloccata da viti e bulloni può essere uguale a come era prima? Certo che no, i mezzi di sintesi (viti e bulloni) sono dei vincoli che impediranno i movimenti dei singoli segmenti della colonna vertebrale.
Nella realtà, molte delle terapie usate in medicina, se non tutte, non risolvono, non cancellano e nemmeno aggiustano un problema. La terapia ci offre gli strumenti per poter gestire al meglio la patologia e tutti i problemi a essa correlati.
Facciamo un semplice esempio. Hai il diabete? Bene, assumi un farmaco prima di ogni pasto: questa medicina controllerà il livello degli zuccheri nel sangue, ma non eliminerà il diabete.
Lo stesso vale per la scoliosi. La scoliosi non si cancella, non si elimina. Se ce l’hai, la prima cosa da fare è accettare di avere un gestibilissimo problema di salute. Poi bisogna rimboccarsi le maniche per domarla. Si proprio come un cavallo selvaggio, la possiamo domare e tenere sotto controllo. Non possiamo trasformarla in un docile animale da cortile, resterà sempre un po’ del suo spirito selvaggio.
Il momento della diagnosi è sempre un momento difficile: non importa che patologia ti venga diagnostica, accettare un’imperfezione è dura per i genitori e per il paziente.
A volte sembra più facile fingere che il problema non ci sia, e la scoliosi ci aiuta moltissimo in questo: prima di tutto perché sta dietro, là dove noi facciamo fatica a scorgerla. Inoltre al suo esordio si mostra poco, e da fuori non si vede quasi nulla. La scoliosi però è subdola e molto invadente, e prima o dopo ci presenterà il conto. Ecco che allora ci si troverà nuovamente di fronte alla scelta del trattamento: c’è sempre più di una opzione, ma più il tempo passa e diverse saranno le possibilità di risultato e quindi diversi gli obiettivi del trattamento!
L’obiettivo assoluto da perseguire nella terapia della scoliosi è arrivare a fine crescita, con una colonna vertebrale sana e funzionale, questo non significa dritta. Una schiena sana è una schiena capace di sopportare gli stress della vita quotidiana per i 70 anni di vita media successiva alla fine dell’accrescimento. Senza provocare dolori, senza peggioramento importante delle curve.
La scienza ci ha insegnato che questo obiettivo diventa realtà se si finisce la crescita con curve sotto i 30 °-35°. Quindi altro che dritta!
Considerato questo obiettivo assoluto, fortemente sostenuto dalle linee guida SOSORT, le prescrizioni mediche possono essere diverse da un paziente all’altro anche se apparentemente la loro situazione è simile.
Talvolta capita che nella stessa famiglia ci siano più fratelli affetti da scoliosi. I ragazzi seppur accomunati dalla stessa patologia, hanno scoliosi con morfologia diversa, ad esempio uno con una curva dorsale e l’altro lombare. Anche la gravità delle curve può essere diversa, ci può essere una sorella trattata con i soli esercizi mentre la sorella maggiore indossa un corsetto a tempo pieno.
In queste situazioni spesso ritorna l’equivoco! Vi faccio un esempio.
Laura ha una scoliosi scoperta a 14 anni di circa 30 gradi. Dopo la visita il medico le ha prescritto un corsetto rigido 23 ore su 24, a fine cura le sue curve sono notevolmente migliorate, il tronco è perfettamente modellato e simmetrico e la curvatura scoliotica è scesa sotto i 20°!
Laura ha una sorella più piccola di 4 anni: il medico che seguiva Laura, sin dalla sua prima visita, controllava anche la sorella. A 11 anni anche la sorellina ha iniziato una terapia con soli esercizi ed è arrivata a fine crescita con una curva tra i 25 ed i 30 gradi!
Alla fine del trattamento, la mamma è delusa e preoccupata per la figlia minore. Hanno fatto grandi sacrifici per seguire tutte le indicazioni dei dottori, ha portato entrambe le figlie per anni a fare visite e sedute di esercizi. Alla fine si ritrova una figlia con curve peggiori dell’altra.
In queste situazioni, si fanno inevitabilmente i confronti e l’equivoco della schiena dritta ritorna! Ormai il corsetto fa meno paura e ci si domanda perché non metterlo lo stesso così da ottenere una bella correzione (raddrizziamola!) ?
Perché avere la schiena dritta o curva sotto i 30° a fine crescita garantisce la stessa qualità di vita e la stessa funzionalità! E allora, vi invitiamo ad affrontare il percorso terapeutico lungo e faticoso della scoliosi al motto “funzioniamo e non raddrizziamo!”
Commenti
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Il 01/12/2015 alle 09:21
Buongiorno, sono una paziente isico da due anni e mezzo ormai e la mia lotta contro la scoliosi continua. Sono pronta ad affrontare un terzo corsetto sforzesco esattamente con lo spirito e la grinta di quando ho iniziato il percorso.
Ricordo con la gioia nel cuore quando per la prima volta sono approdata in isico..dopo tanti anni avevo finalmente trovato il coraggio di affrontare l’argomento e non mi sembrava vero! Mi portavo dentro tutto il malessere nato nel continuo scagliarmi contro la mia imperfezione e i pareri negativi de medici i quali non facevano altro che dirmi che ormai era tardi, troppo tardi. Una scoliosi grave che dopo due anni di milwauke é peggiorata..quel maledetto busto mi aveva scavato un fianco che prima invece né io né mia madre vedevamo cosi brutto. Lei perplessa quanto me e io avevo solo 14 anni. Un giorno mi sono stufata e ho messo quel busto in un armadio e buttato via la chiave, non volevö piü sentirne! E cosi fino all’etä di 25 anni..poi un giorno é accaduto qualcosa in me..era dicembre del 2013 e io stavo provando una giacca in un negozio d’abbigliamento..di colpo mi sono girata x guardare come mi stava dietro la schiena e lei, la scoliosi, o meglio quel gibbo enorme era li e rovinava l’armonia del mio corpo. In quel momento assalita da una rabbia indescrivibile mi sono detta: “ora basta nascondersi, é arrivato il momento di affrontarla e io vincerö”!
E cosi ho fatto..mi sono documentata e poco dopo sono approdata in isico..l’obiettivo era ed é uno solo “evitare l’intervento”; forse questa frase puö urtare la sensibilitä di chi é stato operato ( e me ne scuso), ma l’idea di avere una schiena immobilizata da viti e bulloni proprio non esiste nella mia testa.
Ad oggi sono felice dei risultati raggiunti col corsetto, la mia schiena si lascia modellare sempre di piü e anche dal punto di vista radiografico ho ottenuto buoni ( x me eccellenti :-)) miglioramenti!!! Ora a 28 anni e mezzo il cammino prosegue..e con me mia madre con un sorriso grande, grandissimo..
Grazie Isico e in bocca al lupo a tutti!
Imma