LUGLIO COL BENE CHE TI VOGLIO…
Nella malaugurata evenienza di dover pianificare un trattamento per una imprevista scoliosi qual è, in genere, il pensiero più negativo che comincia a turbare il futuro paziente?
Quasi sicuramente la prospettiva di dover utilizzare uno strumento di correzione esterno come un corsetto rigido.
E purtroppo il corsetto è una alternativa poco negoziabile quando l’entità del problema ha superato soglie specifiche.
In realtà esistono approcci terapeutici che non prevedono mai l’uso del corsetto (lasciamo perdere i casi che richiedono solo la chirurgia) perché si basano su ideologie alternative in cui un apparecchio di coercizione è visto come uno strumento assolutamente negativo. Poiché di questi pseudo approcci (aggiungo adesso questo prefisso) una delle caratteristiche è che non hanno ancora avuto il tempo di fornire un brandello di risultato relativo alla propria efficacia mi sfilo velocemente dalla polemica per evitare conflitti che sono la prassi…
Anzi, ripensandoci, non mi sfilo troppo velocemente perché una delle situazioni meno simpatiche del mio lavoro è il colloquio dopo le visite che regolarmente faccio. Nel caso sia stato prescritto un corsetto, perché la situazione non permetteva scelte più leggere vi garantisco che è sempre difficile sostenere il peso degli sguardi dei giovani futuri pazienti.
Allora chiedo ufficialmente a chi pensa che il corsetto sia inutile:
“Sareste così gentili da produrre qualche comprensibile prova che eviti di tracciare ancora strade impopolari (per chi le deve percorrere) ma che portano al raggiungimento dell’obiettivo?
Sareste così umani da far conoscere al mondo intero come fare a liberarsi dal peso di queste scelte pesanti ma indubbiamente efficaci?”
L’amara verità è che in tutte quelle condizioni dove il trattamento conservativo non può essere affrontato con proposte più light, il corsetto rappresenta, ancora oggi, il mezzo di trattamento più efficace e sicuro.
Le fasi di adattamento ai disagi del corsetto sono abbastanza trasversali: bisogna abituarsi a muoversi con, bisogna imparare a dormire con, bisogna superare il disagio di presentarlo agli amici.
Però, una prova che attende dietro l’angolo e a cui non sempre si pensa subito è l’arrivo del caldo.
Cioè, la prova delle vacanze.
Cioè, per dirla tutta, la prova delle vacanze al mare.
Cioè, la prova incontrovertibile che un pezzo di plastica può caricarsi del potere di trasformare un periodo di gioia irrefrenabile in un incubo.
C’è veramente poco da filosofeggiare. E’un momento difficile che può addirittura trasformarsi in una vera tortura quando si abita non troppo lontani dalle spiagge.
La fortuna che si aveva di non dover centellinare i giorni da trascorrere tra sabbia, scogli e onde si tramuta in una specie di iattura.
Come si fa cari ragazzi?
Non ci sono formule magiche.
E una sfida da affrontare a viso aperto, con il fondamentale appoggio della famiglia e il sostegno della propria volontà.
Vi ricordate, vero, che in numerose civiltà ormai scomparse oltre che in diverse altre, ancora esistenti ma poco conosciute, uno dei momenti più importanti nella vita dei giovani componenti è il passaggio nell’età adulta. Questa tappa cruciale rappresenta una prova pubblica che testimonia il superamento della protezione naturale dei genitori e il raggiungimento dello status di persona col pieno diritto di essere considerata matura e allo stesso livello degli altri componenti.
In alcuni casi vieni allontanato per un periodo dalla tua comunità per dimostrare di essere in grado di badare da solo a te stesso, in altri devi fare una prova di coraggio per dimostrare di non avere paura o di saper resistere al dolore. Sono sempre prove dure, che dovrebbero far trapelare le fragilità interiori o la forza d’animo e la determinazione.
Per dirla tutta, in definitiva, il periodo della giovinezza è universalmente costellato di prove da superare. Che si tratti di doversi lanciare da un albero con solo una liana alla caviglia, che si debba affrontare per un periodo la natura ostile senza aiuto, che si debba imbastire o rispondere a una prima dichiarazione d’amore, che si debba trascorrere una estate con un intimo ospite inatteso, quando si è ragazzi bisogna veramente cominciare a dimostrare quanto si è super!
Commenti
Commento di Stefano Negrini
Il 26/07/2013 alle 10:44 Gentile signora, |
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Il 24/07/2013 alle 09:30
Il corsetto, è una corazza caro Dott. Negrini, l’ho provato io, mamma di due splendide ragazze l’ha provato mia figlia ora quindicenne, per poi sentirsi dire: il corsetto non è bastato devi operarti, e lo sta provando l’altra mia figlia di 10 anni. Tutte e tre abbiamo “perso” la nostra adolescenza per un “maledetto” corsetto. Le assicuro che è difficile, tanto difficile. D’accordo la famiglia ti può aiutare, ma che altro? Purtroppo negli anni 2000, non ci sono ancora soluzioni per sconfiggere il corsetto, tante invenzioni, tante cose che ci girano intorno, ma si torna al corsetto. L’armatura della giovinezza. E’ difficile accettarlo, è difficile vincere la paura degli amici, delle prese in giro, delle vacanze, dei vestiti che si rompono, per poi sentirsi dire: non è bastato! E allora si sacrificio che ho fatto, a cosa è servito? Si, è vero, dimostriamo che siamo SUPER, ma se serve!